Demografia. Sorprese all’orizzonte
Ma man mano che si scende nel dettaglio, il rischio di errore si accresce. Nel 1980 si stimava che la popolazione del pianeta, nel 2025, avrebbe raggiunto 8,1 miliardi, valore identico a quello stimato oggi per la stessa data, ormai prossima. Allungando l’orizzonte, aumentano le probabilità che i fatti si discostino dalle previsioni degli esperti. I fenomeni demografici hanno una discreta stabilità nel tempo: coloro che metteranno al mondo figli tra dieci, venti o trent’anni sono già nati oggi, e si può pensare che i loro comportamenti non saranno troppo diversi da quelli dei loro genitori. Ma stimare il flusso di nascite tra ottanta o novant’anni è altro paio di maniche: i nuovi genitori, alla fine di questo secolo, saranno figli di coppie che, oggi, non sono ancora nate, e anche i loro nonni debbono ancora nascere: propenderanno verso il figlio unico o verso famiglie numerose?
Per il futuro, gli esperti convengono su un continuo miglioramento della sopravvivenza. Ma perché questa tendenza continui, occorrerà un equilibrato sviluppo sociale, ottimi sistemi — soprattutto pubblici — di prevenzione e di cura con accesso universale; capacità di controllare l’insorgere di nuove patologie. Non è scontato che questo avvenga, negli ultimi decenni si sono fatti molti passi avanti, ma anche qualcuno indietro: il crollo dell’Urss ha portato paurosi regressi della sopravvivenza; l’Aids ha fatto perdere uno o due decenni di speranza di vita in molti paesi dell’Africa australe; il peso della sanità ha allargato la forbice della longevità tra ricchi e poveri.
Se dal mondo si scende agli stati, le incertezze si moltiplicano, e il futuro diventa incerto anche a distanze ravvicinate. Un esempio? Nel 1998 le proiezioni Onu assegnavano all’Italia del 2013 55 milioni di abitanti che, invece, oggi sono oltre 60 grazie agli immigrati. Quanti, quando e dove si sposteranno i migranti nel futuro in realtà nessuno può dirlo, come nessuno è in grado di predire dove avverranno conflitti o catastrofi, come muteranno le disuguaglianze tra uomini e paesi. A meno di essere una Pizia, la geo-demografia del 2100 potrebbe riservare sorprese.
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