Crisi di governo in Lussemburgo

Loading

Giovedì 11 luglio, il primo ministro del Lussemburgo, Jean-Claud Juncker, è stato ricevuto dal Granduca Enrico per discutere la crisi di governo e dare le proprie dimissioni, in seguito allo scandalo degli abusi condotti dai servizi segreti del paese. Una commissione parlamentare in questi giorni ha esaminato un rapporto sulle attività illecite condotte da diversi agenti dei servizi lussemburghesi, accusati di avere spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e avere accettato soldi in cambio di favori.

Il rapporto indica Juncker come il principale responsabile della scorretta condotta dei servizi segreti. Da primo ministro, avrebbe dovuto esercitare un maggiore controllo e informare la commissione parlamentare competente. Juncker è anche accusato di non essersi messo in contatto con la magistratura per segnalare le cose che non andavano nei servizi segreti. Alcuni quotidiani lussemburghesi hanno ipotizzato che le informazioni ottenute illegalmente siano state usate dallo stesso Juncker per avere benefici per sé e per il suo Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV).

L’indagine sui servizi segreti era stata commissionata in seguito alla pubblicazione su un settimanale del Lussemburgo di una conversazione privata avuta nel 2008 da Juncker con Marco Mille, all’epoca responsabile dei servizi. Mille diceva al suo interlocutore che il suo staff aveva segretamente registrato una conversazione che coinvolgeva il Granduca Enrico, spiegando che questi era in contatto con i servizi segreti britannici.

Juncker ha duramente respinto qualsiasi tipo di accusa, spiegando che «se si pensa una cosa del genere, allora sarà necessario andare al voto». Il presidente del Partito Socialista Operaio (LSAP), che governa in coalizione con il CSV, ha invitato Juncker ad assumersi le proprie responsabilità, proponendo elezioni anticipate nel paese. Non è ancora chiaro se il primo ministro uscente si presenterà nuovamente come candidato.

Attualmente, CSV e LSAP hanno insieme la maggioranza in Parlamento con 39 seggi su 60. Il Lussemburgo è una monarchia parlamentare e il potere esecutivo è esercitato dal Granduca con la collaborazione del primo ministro. Il mandato dei parlamentari dura cinque anni e le elezioni politiche più recenti si sono svolte nel giugno del 2009. È probabile che in seguito alle dimissioni di Juncker la legislatura duri circa un anno meno del previsto. Come capo dello stato, il Granduca Enrico ha il potere di sciogliere il Parlamento e di indire nuove elezioni. La legge prevede che si vada al voto entro tre mesi dalla fine della legislatura, ma con il periodo estivo in mezzo, il Granduca potrebbe decidere di prendere tempo e rimandare a fine estate la crisi. I giornali lussemburghesi parlano del 20 ottobre come probabile data per le prossime elezioni.

Jean-Claude Juncker ha 58 anni ed è originario di Redange-sur-Attert, un piccolo comune del Lussemburgo occidentale quasi al confine con il Belgio. Laureato in giurisprudenza, è membro del CSV dalla seconda metà degli anni Settanta, all’interno del quale ha fatto rapidamente carriera. Nel 1982 assunse il primo incarico governativo di rilievo, diventando segretario di stato al Lavoro e alla Sicurezza sociale. Due anni dopo fu eletto per la prima volta in Parlamento e assunse diversi incarichi di governo negli anni seguenti. Nel 1995 fu nominato per la prima volta primo ministro dal Granduca (all’epoca era Giovanni), dopo che si era già fatto conoscere molto all’estero per le sue capacità e conoscenze in ambito economico e finanziario.

Juncker è stato governatore del Fondo Monetario Internazionale, responsabile della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e nel 2005 è diventato il primo presidente permanente dell’Eurogruppo, il coordinamento dei ministri dell’Economia degli stati membri dell’Unione (prima l’incarico aveva una durata semestrale coincidente con quella del paese che aveva la presidenza temporanea del Consiglio dell’UE). Durante la sua presidenza, Juncker ha dovuto gestire la delicata fase della mancata ratifica della Costituzione Europea, le complicate trattative per la gestione del bilancio dell’Unione e negli ultimi anni la grave crisi economica che ha interessato diversi paesi europei. Dopo avere annunciato nel 2012 la decisione di lasciare la presidenza dell’Eurogruppo, a gennaio del 2013 Juncker è stato sostituito da Jeroen Dijsselbloem, ministro delle Finanze nei Paesi Bassi.

Con i suoi 2.586 chilometri quadrati di superficie, il Lussemburgo è uno degli stati europei più piccoli. Geograficamente si trova nel cuore dell’Europa e anche per questo motivo è sede di numerose istituzioni e agenzie dell’Unione. Il paese ha circa 530mila abitanti ed è soprattutto conosciuto per essere uno snodo finanziario fondamentale: l’economia del Lussemburgo è sostanzialmente basata sul settore bancario e sulla produzione industriale. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, è al primo posto nella classifica del prodotto interno lordo (PIL) pro capite (l’Italia, nell’elenco, è 25esima). Le banche del Lussemburgo sono specializzate nella gestione dei fondi di investimento e tutelano molto il segreto bancario, cosa che ha incentivato l’arrivo di grandi capitali dall’estero e ricorrenti polemiche sulla eccessiva segretezza nella gestione dei conti, che talvolta contribuisce a nascondere attività illecite.


Related Articles

La minaccia fantasma e il «problema» americano

Loading

Il satellite geostazionario per l’osservazione della superficie terrestre e la trasmissione di dati dovrebbe partire tra le ore 7 e le 12 di un giorno tra domani e il 16 aprile. Gli Usa, con i falchi del Pentagono, condannano fermamente, ma a febbraio firmarono l’accordo per gli aiuti alimentari

Perché dobbiamo molto alla Grecia

Loading

La strut­tura della Ue ha acqui­stato sem­pre più potere, nes­suno ha più pen­sato di met­terne in discus­sione le lacune di demo­cra­zia nel suo fun­zio­na­mento

La Palestina che non t’aspetti

Loading

Qui Milano. In questo clima di attesa e aspettativa per il lavoro di Pisapia e la sua giunta appena formata, ci ritroviamo in eredità  dalla Moratti, la mostra-esposizione per pubblicizzare il «prodotto Israele» in piazza del Duomo. Pisapia ha giustamente detto che darà  la possibilità  anche ai pelestinesi di mettersi in mostra, ma il problema è la sproporzione tra i mezzi economici a disposizione: Israele si è pagato una fior di vetrina con effetti speciali; quali mezzi può mettere in campo un non-stato, con una non-economia?

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment