Contratti modello Expo, mediazione con i sindacati

by Sergio Segio | 13 Luglio 2013 8:23

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Tanto più che il governo, a un certo punto, dovrà dire la sua e indicare un compromesso.

Le associazioni imprenditoriali (Confindustria, Ania, Abi, Rete imprese, Alleanza cooperative) hanno unitariamente presentato una proposta, sotto forma di bozza di emendamento al decreto legge 76 del 28 giugno, attualmente all’esame della commissione Lavoro del Senato. In questo emendamento propongono contratti a termine liberi, per tutte le aziende e in tutta Italia, fino al 31 dicembre 2016. Le aziende potrebbero stipulare con la stessa persona uno o più contratti successivi (fino a sei, con un intervallo di 5 giorni tra l’uno e l’altro) per un massimo di 36 mesi complessivamente, senza dover indicare alcuna «causale». Una decisa liberalizzazione rispetto alle norme attuali che permettono di omettere la causale solo per il primo contratto a termine, che comunque non può durare più di 12 mesi. Secondo le imprese, aumentare la flessibilità favorirebbe l’aumento delle occasioni di lavoro, anche grazie agli investimenti per l’Expo di Milano. Su questa linea, il Pdl, a partire dal presidente della stessa commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, che ha proposto un emendamento che liberalizza anche i contratti a chiamata, a progetto e in somministrazione, e ritiene che questa materia sia «un decisivo banco di prova per il governo e la maggioranza».

Decisamente contrari sono invece i sindacati e il Pd. Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parla di proposte «indecenti» che rilanciano «la ricetta della precarietà, che non ha determinato né un po’ di investimenti né un po’ di lavoro». La Cisl, come hanno fatto le imprese, ha inviato una sua proposta di emendamento al decreto 76, ma che non tocca assolutamente i contratti a termine, bensì mira ad estendere gli incentivi alle assunzioni fino ai giovani con 35 anni (contro i 29 previsti dal testo). E un emendamento in tal senso è stato presentato dal Pd, dalla senatrice Rita Ghedini, che ne ha aggiunto anche uno per finanziare con un altro miliardo e mezzo di euro la cassa integrazione in deroga.

Pietro Ichino di Scelta civica, giustifica le richieste delle imprese, ma dice che la soluzione migliore è quella da lui riproposta in un emendamento del contratto unico a tutele crescenti, dove l’azienda nel primo triennio può licenziare dietro il pagamento di una modesta indennità.

In attesa di pronunciarsi, Letta annuncia che, legata a Expo 2015, il governo ieri ha dato il via a «Destinazione Italia», un’iniziativa per attirare investimenti esteri, «che coinvolgerà diversi ministeri, a partire dagli Esteri e dallo Sviluppo, le Regioni e le parti sociali e approderà in Consiglio dei ministri a settembre». Nel 2012 gli investimenti esteri diretti in Italia sono crollati del 70%, da 34 a 10 miliardi di dollari, secondo Confindustria.

Enrico Marro

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