Caso Calderoli, l’ira di Napolitano

by Sergio Segio | 15 Luglio 2013 6:24

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ROMA — Gli aggettivi sono «colpito e indignato». Riguardano anche altri due casi, e cioè le aggressioni via social network di cui è stata vittima Mara Carfagna e anche l’incendio che ha distrutto il liceo Socrate di Roma. Ma l’intervento indiretto di Giorgio Napolitano, che arriva nella serata di ieri, lascia intendere come il presidente della Repubblica abbia reagito all’insulto rivolto dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli al ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge. «Il presidente è colpito e indignato per i gravi episodi di questi giorni che dimostrano — è la ricostruzione di fonti del Quirinale — tendenze all’imbarbarimento della vita civile». Non solo. Napolitano «affronterà il tema nell’incontro con la stampa del prossimo 18 luglio».

È il tassello che chiude il cerchio in una giornata convulsa. La stessa che ha visto anche l’intervento diretto di Enrico Letta. «Le parole riportate oggi da organi di stampa e attribuite al senatore Calderoli nei confronti del ministro Kyenge», scrive in una nota il premier riferendosi alla notizia riportata dal Corriere della Sera di ieri, «sono inaccettabili». Di più, «oltre ogni limite». Per cui, aggiunge il presidente del Consiglio, «piena solidarietà al ministro» e un invito diretto «ad andare avanti con il tuo e col nostro lavoro».

Per quanto Calderoli abbia messo le sue smentite nero su bianco, per quanto abbia provato a scusarsi col ministro («Le ho telefonato»), il tema che rimane sullo sfondo rimanda a quelle richieste di dimissioni da vicepresidente di Palazzo Madama che il diretto interessato respinge con forza: «Dimettermi? Non ci penso proprio». Kyenge, dal canto suo, conferma la telefonata e accetta le scuse, ma precisa che il «nodo istituzionale resta: ciascuno deve tener presente sempre la carica che riveste». E le dimissioni? «Non è compito mio parlarne. La Lega apra una riflessione interna», è stata la risposta del ministro.

Una riflessione che ha già svolto Pietro Grasso. «Non ci sono giustificazioni possibili alle offese che Calderoli ha rivolto a Kyenge», sostiene il presidente del Senato. Mentre il presidente della Camera Laura Boldrini ha archiviato gli insulti dell’esponente leghista alla voce «parole indegne».

Solidarietà piena a Kyenge è arrivata dal Pd («Sono senza parole», dice Epifani) e dal Pdl («Nessuna giustificazione per Calderoli», afferma Alfano). E la Lega? «Calderoli ha sbagliato ma si è scusato», è la posizione presa in serata da Roberto Maroni. Mentre Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo nonché compagna di Calderoli, tenta una sintesi: «Le sue parole sono andate oltre il limite. Per questo Roberto ha fatto bene a chiedere scusa».

Tommaso Labate

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