by Sergio Segio | 24 Luglio 2013 10:02
ROMA – Nel 2012 gli ingressi in carcere di soggetti con problemi socio-sanitari correlati alla droga hanno subito una riduzione passando da 22.413 a 18.285 (-18,4 per cento), mentre il 34,5 per cento dei soggetti entrati negli istituti penitenziari nel 2012 per reati in violazione alla normativa per gli stupefacenti sono usciti in libertà nel corso dell’anno. Questo il bilancio tracciato dalla Relazione al Parlamento 2013 sull’uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia, elaborata dal Dipartimento politiche antidroga (Dpa).
Secondo la Relazione, nel 2012 si è osservato un incremento degli ingressi di soggetti stranieri per reati in violazione della normativa sugli stupefacenti D.P.R. 309/90 che dal 31,3 per cento del 2011 è passato al 34,5 del 2012. Una modesta riduzione si è rilevata, invece, per i soggetti di nazionalità italiana (33,7 per cento nel 2011 e 33,2 per cento del 2012). Riduzione che si registra anche sui minori: rispetto al 2011, si è registrata una riduzione del 16 per cento. “La reclusione di minori in violazione alla normativa sugli stupefacenti ha riguardato quasi esclusivamente il genere maschile (96,6 per cento), con prevalenza di soggetti stranieri (53,4 per cento), poco più che 17-enni, senza apprezzabili differenze tra i minori di diversa nazionalità”.Aumentano i nuovi affidamenti ai servizi sociali nell’ultimo anno, ma il numero totale è in diminuzione. “Nel 2012 – spiega il Dpa – i soggetti affidati sono complessivamente aumentati del 7,6 per cento rispetto al 2011 (da 2.306 soggetti a 2.518). L’aumento maggiore è a carico di quelli provenienti direttamente dalla libertà (18,7 per cento) rispetto a quello provenienti dalla detenzione (1,9 per cento)”. Tuttavia, andando a considerare i numeri complessivi, ai 2.518 affidi concessi nel corso del 2012 vanno aggiunti quelli già in esecuzione da anni precedenti che risultano essere 1.766. Il totale dei soggetti con affidamento per art. 94 è quindi pari a 4.284 soggetti, con diminuzione del 4,8 per cento rispetto all’anno precedente, dove si erano osservati 4.500 casi di affidamento. Sono quasi sempre gli uomini ad andare in affidamento, sono il 94 per cento dei soggetti, mentre per il 91,7 per cento dei casi si tratta di cittadini italiani. La fascia d’età va dai 35 e i 44 anni. “Da segnalare come dato positivo che la maggior parte dei casi archiviati nel corso del 2012, pari al 56,4 per cento, ha avuto la chiusura del procedimento con esito favorevole, mentre le revoche per andamento negativo rappresentano il 23 per cento del totale delle archiviazioni”.
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