Berlino, dove i single battono le famiglie

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BERLINO — Capitale dei single e simbolo del declino demografico di una nazione, metropoli capace di attirare i giovani da tutta Europa, ma senza una vita familiare capace di guardare al futuro: fra i tanti volti di Berlino, c’è anche la sua realtà demografica, chiara e impietosa. I dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica sono senza appello: nella capitale tedesca, la metà delle famiglia è mononucleare, l’83,3 per cento conta al massimo due persone. Nel 1991 la loro percentuale era del 74,6. Una tendenza comune a tutte le grandi città, basti pensare a Parigi, dove le famiglie mononucleari sono più della metà. Sulla Sprea, tuttavia, le cose sono diverse: la Francia è il Paese con la più importante dinamica demografica, la Germania vede invece scendere inesorabilmente la fecondità delle coppie.
Berlino è oggi questo simbolo contraddittorio. Se le famiglie di una o due persone rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione, questo significa che i giovani sono attratti dalla capitale, oggi forse la metropoli che richiama il maggior numero di artisti, con una vita notturna che ha pochi rivali, una rete creativa che stimola l’arrivo costante di start up.
La città, tuttavia, sembra assurgere a paradigma di un Paese minacciato da un fecondità risicata: appena il 2,2 per cento delle famiglie berlinesi è composta da almeno cinque persone.
La capitale indica un trend che, in misura minore, è evidente anche nelle altre grandi città: a Brema le famiglie di 1-2 persone
rappresentano l’82 per cento, ad Amburgo l’81. Ma a Berlino la crescita delle mini-famiglie, chiamiamole così, è di otto volte superiore a quella registrata nel grande porto anseatico. Il fenomeno riflette l’andamento nazionale: nel 1991, le famiglie tedesche erano composte in media da 2,27 persone, oggi da 2,02. E la frattura geografica è altrettanto chiara: scende la popolazione nei Länder della vecchia Germania orientale, resistono invece le regioni come il Baden-Württemberg, la Renania-Palatinato, la Baviera. I motivi delle differenze sono probabilmente molteplici (sviluppo economico, predominio della cultura cattolica o di quella protestante, diffusione dei servizi per le famiglie). Ma Berlino smentisce l’adagio secondo cui non si fanno figli quando c’è la crisi, come avviene nei Paesi del sud-Europa: nel Paese più virtuoso, più ricco e più dinamico del continente il futuro demografico è buio e solo l’immigrazione può riequilibrare nell’immediato l’invecchiamento e il declino della popolazione.


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