by Sergio Segio | 30 Luglio 2013 14:15
Le risposte dovranno darle i ministri dell’Interno, Angelino Alfano, e della Difesa, Mario Mauro[1]. A loro sono indirizzate le interrogazioni presentate dal Movimento Cinque Stelle al Senato e da Pd e Pdl alla Camera. In particolare, il capogruppo a Montecitorio, Roberto Speranza, e i deputati democrat, Vincenzo Folino e Maria Antezza, entrambi lucani, chiedono di sapere urgentemente “se corrisponda al vero che sia stato effettuato il trasporto di materiale radioattivo proveniente da Rotondella, quale sia la reale natura di tale materiale e quale la finalità del trasferimento all’aeroporto di Gioia del Colle”.
Anche il senatore Tito Di Maggio (Scelta Civica) e l’on. Guido Viceconte (Pdl) hanno presentato un’interrogazione urgente per sapere se “è vero che la notte scorsa un carico di materiale radioattivo è stato trasferito dal centro di ricerca Enea di Tisaia di Rotondella, in provincia di Matera, verso l’aeroporto militare di Gioia del Colle”. L’interrogazione è stata rivolta ai Ministri dell’Interno, della Difesa, dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico: i parlamentari hanno chiesto di sapere “se sono vere le informazioni sul trasporto, di conoscere quale materiale è stato trasferito e se sono stati rispettati i protocolli standard di sicurezza per l’ambiente e il territorio”.
A lanciare l’allarme, ieri, il senatore del M5S Vito Petrocelli che, in un video pubblicato su Youtube[2] e postato sul blog di Claudio Messora, ha rivelato “uno schieramento di forze dell’ordine, circa 300 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, avvenuto alle 3,10 di questa notte (all’alba di lunedì, ndr), per scortare, sembrerebbe, un “travaso” di materiale radioattivo” dal centro Itrec, nel comprensorio Enea-Trisaia di Rotondella (dove sono stoccate 84 barre nucleari mai restituite agli Stati Uniti, ndr) all’aeroporto militare di Gioia del Colle”.
Di qui le domande: quali erano la destinazione e il contenuto del carico del convoglio il cui spostamento, secondo Petrocelli, ha richiesto la mobilitazione di 300 uomini delle forze dell’ordine – anche in tenuta antisommossa – per la scorta e il blocco della strada statale 106 dal bivio di Nova Siri e per tutto il tratto in direzione Taranto?
Interrogativi che da ieri tengono col fiato sospeso la Basilicata, dalla quale, come riportato dal Fatto quotidiano[3], si sono levate diverse richieste di chiarimento: sia l’Organizzazione lucana ambientalista che il presidente dimissionario della Regione, Vito De Filippo, hanno chiesto spiegazioni al Governo.
“Qualunque cosa sia stata spostata – puntualizza Petrocelli – dal centro Itrec di Rotondella all’aeroporto della Nato di Gioia del Colle (o viceversa, perché può essere che a Rotondella abbiano riportato indietro dal centro Itrec di Casaccia, vicino Roma, le uniche 2 barre di Elk River non stoccate in Basilicata), il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa e i tecnici della Sogin, la SpA pubblica che gestisce il nucleare in Italia, hanno dimostrato approssimazione dilettantistica da far paura, data la pericolosità di queste sostanze radioattive, visto i dubbi e l’ansia che hanno generato in residenti e villeggianti (in questo periodo la popolazione è decuplicata)”.
Il senatore grillino, per il quale “non ci sarà segreto militare che tenga”, stigmatizza “il solito atteggiamento antidemocratico col quale si cerca di tenere all’oscuro la gente e i territori, gli unici a rischiare realmente, insieme alle forze dell’ordine precettate alla scorta dei convogli, qualora, per imperizia, per possibili incidenti o per fuoriuscita di materiale radioattivo, si rischia la contaminazione dei luoghi e delle persone”.
Intanto, in Parlamento la mobilitazione sul caso Basilicata cresce: oltre alle interrogazioni di M5S, Pd e Pdl altre iniziative sono in fase di deposito.
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