Strage sul pullman delle vacanze volo dal viadotto, più di trenta morti

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MONTEFORTE IRPINO. C’È UN autobus che corre verso l’inferno sull’autostrada Napoli-Bari. Dentro, poco meno di cinquanta persone, molti bambini. Tutti della provincia di Napoli: Giugliano, Marano, Mugnano, Pozzuoli. Sono reduci da Telese Terme e diretti nel capoluogo. Succede qualcosa di terribile e irrimediabile.

SONO le 20,38 quando il pullman percorre la ripida discesa all’inizio del viadotto tra Monteforte Irpino e Baiano: è un attimo, il mezzo vola nel nulla. Precipita da un viadotto. Uno schianto terrificante. Si conteranno più di trenta morti, undici feriti.
Difficile, nelle prime ore drammatiche e concitate, capire che cosa sia accaduto e, soprattutto, quale sia l’esatto bilancio di quella che già così non può che definirsi una tragedia.
Da una prima, parziale ricostruzione dei fatti, l’autobus ha tamponato quattro o cinque automobili che erano incolonnate
e dopo aver sbandato ha frantumato il parapetto di cemento precipitando. Il disperato tentativo di frenare sarebbe stato reso vano da un guasto. Ma solo l’inchiesta della Procura, immediatamente aperta, e la perizia tecnica potranno dare qualche certezza in questo senso.
Secondo le prime ricostruzioni, il conducente del pullman, che è tra le vittime, ha visto all’ultimo momento le auto davanti, in coda, all’inizio del viadotto tra Monteforte Irpino e Baiano, subito dopo Avellino Ovest, l’autostrada Napoli-Canosa in direzione Napoli, al chilometro 32.
Il guidatore ha inchiodato, il mezzo pesante ha iniziato a sbandare nella forte discesa, ma la frenata lunga non è bastata e ha travolto diverse auto, una dopo l’altra. Il pullman, piegandosi a destra, ha sfondato il guardrail di cemento ed è finito sulla scarpata, precipitando. Giù per la vallata per trenta metri con alcuni passeggeri sbalzati fuori durante la terribile discesa.
Sono arrivati i vigili del fuoco di Avellino, quindi quelli di Napoli e le polizie stradali più vicine, a partire da Avellino Ovest. I pompieri hanno faticato a raggiungere, al buio, il pullman, rovesciato. Hanno dovuto usare le fiamme ossidriche per entrare all’interno, da dove sentivano urla disperate, anche di bambini. Sono riusciti a estrarne cinque.
I “118” di Napoli e Avellino hanno mosso almeno venticinque ambulanze, costrette a transitare sulla statale 7 bis, visto che il tratto autostradale dopo Avellino Ovest è stato chiuso al traffico.
La polizia stradale sta effettuando i primi accertamenti sotto le luci delle fotoelettriche e sta valutando i segni della frenata. La stradale sottolinea che il viadotto di Monteforte Irpino è un punto critico della Napoli-Bari: già in passato ci sono stati diversi incidenti, anche mortali, nonostante la manutenzione del tratto sia frequente. A mezzanotte la scena che si presenta è agghiacciante. Il bus è un ammasso di lamiere, si intravede il suo fianco sinistro, devastato. Si vedono i bagagli sparsi per terra. Magliette, oggetti personali. Qualche metro più in là corpi pietosamente coperti da lenzuoli bianchi.
Le prime testimonianze. «Quando siamo arrivati, ci siamo trovati davanti a una scena impressionante. C’erano dei bambini, la gente gridava. Sono state estratte dalle lamiere dodici persone, una mi hanno detto che è morta in ospedale », racconta un uomo abituato ai soccorsi e alle emergenze, eppure colpito da ciò che ha sotto gli occhi. Si chiama Diego Cerrone, è un ingegnere dei vigili del fuoco, parla in fretta mentre insieme agli altri colleghi e al personale delle forze dell’ordine cerca affannosamente di soccorrere chi è ancora in vita o, purtroppo, di estrarre dalle lamiere i corpi delle vittime dello spaventoso incidente.
«Il bus è capovolto. Si tratta di una tragedia immane. Non ci sono parole, Non possono esserci parole… Sono sconvolto, non potrebbe essere altrimenti, non ho mai visto una scena simile in tanti anni», dice Antonio De Stefano, sindaco di Monteforte Irpino, che, quando è arrivato sul posto, avvisato da uno degli abitanti della zona, non credeva ai propri occhi.
Al lavoro sulla scena del disastro, anche i volontari della Misericordia e il prefetto di Avellino.
È notte fonda. Sopraggiunge anche il procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, un magistrato esperto, autore in passato, da pubblico ministero, di importanti indagini anticamorra, antiterrorismo e sulla corruzione dei colletti bianchi.
Uno dei volontari più giovani che presta soccorso è in lacrime, dice: «Non potrò mai dimenticare quello che ho visto questa notte. Mai».


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