“Con i razzisti serve più severità e anche la Bossi-Fini va superata”
ROMA — «Il Viminale alzerà il livello d’attenzione contro il diffondersi di atti di razzismo: dalla condanna siamo intenzionati a passare all’azione, ed uno dei primi passi sarà cambiare una legge inefficace come la Bossi- Fini». Il viceministro ministro dell’Interno Filippo Bubbico rompe gli indugi all’indomani degli insulti a Cécile Kyenge e trova alleato il mondo delle associazioni, pronto a scendere in campo con l’Arci che annuncia una grande manifestazione in autunno in solidarietà al ministro dell’Integrazione.
«La Kyenge reagisce con dignità e tolleranza ad attacchi odiosi — sostiene Bubbico — noi invece non possiamo più tollerare una situazione che, oltre che odiosa, può diventare pericolosa. Sono giuste le condanne, ma ora è il momento di agire contro il persistere di atti di inaudita violenza che prendono di mira una nostra concittadina». Per questo, il viceministro progetta «una maggiore attenzione e un’azione ancora più efficace contro il razzismo». Ma «lo strumento repressivo da solo non basta, le risposte devono essere anche culturali e nessuna forza politica può più sminuire come semplici cadute di stile episodi tanto violenti di razzismo». Il problema è che ci sono leggi di per sé discriminatorie, «come la Bossi-Fini che rispetto agli obiettivi dichiarati registra una scarsa capacità d’incidenza. I centri d’identificazione ed espulsione per esempio producono sofferenza umana a carico di chi ha abbandonato seppure irregolarmente il proprio Paese per fuggire da una vita
di stenti e non si sono rivelati efficaci nel governo dei flussi clandestini. Per questo — afferma Bubbico — la Bossi-Fini va cambiata, garantendo la sicurezza dei cittadini, ma anche i diritti civili e umani dei migranti». Infine la cittadinanza: «Un bambino figlio di immigrati che fa le nostre scuole deve potersi sentire italiano. Dunque avanti con lo ius soli, ma senza improvvisazioni, garantendo la cittadinanza a chi sceglie il nostro Paese integrandosi, pur nel rispetto delle proprie tradizioni».
In difesa della Kyenge si muove anche l’Arci. Dopo i manifesti affissi in mezza Italia di solidarietà al ministro, Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, annuncia per l’autunno «una grande mobilitazione, perché è arrivato il momento di schierarsi, di indignarsi in modo visibile contro questa barbarie». L’Arci chiederà «alle altre associazioni, al mondo della cultura e alle istituzioni di condividere con noi la necessità di una manifestazione in solidarietà al ministro dell’Integrazione e contro il razzismo».
E contro il razzismo si muove pure il “Piano nazionale d’azione” che verrà presentato domani dalla Kyenge e dal viceministro del Lavoro e Politiche Sociali, Maria Cecilia Guerra. «Il piano — si legge — rappresenta una risposta alla recrudescenza del fenomeno razzista alla quale stiamo assistendo». Il piano si muoverà sui seguenti «assi prioritari: occupazione, alloggio, istruzione, mass media e sicurezza» e avrà un «focus specifico sulle seconde generazioni» di immigrati.
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