Crocetta cambia idea e dice sì all’antenna Usa Gelo con gli ambientalisti

by Sergio Segio | 26 Luglio 2013 6:49

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Ma Rosario Crocetta, il governatore che aveva condizionato il rifiuto alla base americana agli accertamenti dell’Istituto superiore della sanità, ha dovuto fare marcia indietro perché proprio gli esperti della commissione impegnata per mesi all’ombra del ministero della Salute hanno sostenuto che quelle gigantesche diavolerie per il controllo del traffico aereo e navale nel Mediterraneo non comportano rischi di radiazioni. Un responso respinto con forza da mamme e ambientalisti che adesso occupano il consiglio comunale di Niscemi, organizzano un presidio permanente sulla strada di tante tensioni con la polizia, si trasferiscono in parte a Palermo, assediano il palazzo di Crocetta, lo chiamano «l’ex sindaco dei siciliani» e gli chiedono di dimettersi con una sfilza di mozioni e dichiarazioni infuocate, destinate a provocare robuste fibrillazioni nella politica siciliana. Anche perché al governatore rischia di venir meno il sostegno di un’area movimentista che adesso gli rinfaccia di averlo votato alle regionali. E traballa la sintonia spesso determinatasi in questi mesi con i 14 deputati del Movimento 5 Stelle all’Assemblea siciliana.

Adesso lo molla pure il sindaco di Niscemi Francesco La Rosa alla guida di mamme arrabbiate come la loro portavoce, Concetta Gualato: «Ci hanno preso in giro, ma non molleremo per difendere la salute dei nostri bambini». Reazioni che Crocetta prova a frenare ribaltando sul suo predecessore, Raffaele Lombardo, la responsabilità di tutto: «Il Muos non mi è mai piaciuto, neppure sul piano di principio, perché si inserisce in un territorio degradato, ma io ho trovato le autorizzazioni già firmate e adesso che gli esperti escludono rischi alla salute se continuo a bloccare i lavori rischio di fare pagare alla Regione penali milionarie.

Gli americani dicono che se salta Niscemi, salta tutto un sistema costato 18 miliardi. E io debbo pur difendere le nostre casse perché con le penali rischieremmo non le radiazioni, ma il default, il crack finanziario…». Di qui l’appello alle forze più sensibili sul piano ambientale perché sia a livello nazionale che regionale si trovino soluzioni alternative. Auspicio che non basta a chi l’aveva già incoronato come paladino della crociata anti Usa.

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