Nella Grecia della crisi è “caccia” allo straniero

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Tupac è uno dei numerosi stranieri intervistati in Grecia dall’organizzazione internazionale sui diritti umani Human Rights Watch che di recente ha pubblicato un rapporto dal titolo: “Ospiti indesiderati: gli abusi della polizia greca sui migranti ad Atene”. Perchè se gli episodi di razzismo e xenofobia in Grecia non sono nuovi – soprattutto da quando il partito di estrema destra Alba Dorata ha fatto la sua comparsa nella scena politica – i comportamenti brutali della polizia sono cresciuti esponenzialmente dopo l’avvio, da parte del governo, dell’operazione denominata Zeus Xenios, da uno dei numerosi appellativi di Zeus, che rappresenterebbe proprio il dio greco dell’ospitalità. “Un nome crudelmente ironico, dato che l’operazione è tutt’altro che ospitale per i migranti e richiedenti asilo, che sono regolarmente fermati, ricercati, e detenuti solo per il loro aspetto fisico” denuncia l’autrice dello studio di HRW, Eva Cossé.

L’operazione Xenios, infatti, consiste in tre punti fondamentali: “scoraggiare gli attraversamenti illegali delle frontiere sigillando il confine con la Turchia; identificare i migranti privi di documenti, in particolare nei centri urbani, e restituirli ai loro paesi di origine; riportare la legalità ad Atene e migliorare così la qualità della vita per i residenti e i visitatori”. In tutto questo, è la polizia a giocare un ruolo chiave. Ed è proprio sugli abusi e i maltrattamenti compiuti dalle forze dell’ordine che si concentra il report di HRW, secondo cui, a partire dall’agosto 2012 (data di inizio di Xenios) fino a febbraio 2013 la polizia avrebbe costretto quasi 85.000 stranieri a recarsi alle stazioni di polizia per i controlli sul loro status di immigrazione.

“Solo il 6%, appena 4.811 persone, è risultato non essere in regola con i documenti, e questo suggerisce l’ampiezza straordinaria di questa rete innescata dalla polizia” si legge nel report. Ciò significa che “al momento degli arresti molti degli intervistati avevano il pieno diritto legale di stare in Grecia, perché richiedenti asilo, stranieri residenti legalmente, o greci di origine straniera”.

L’organizzazione sottolinea più volte il fatto che la maggior parte di queste persone vengono fermate per le proprie caratteristiche fisiche: i neri sono bloccati e controllati decine di volte al giorno, sottoposti a perquisizioni brutali, epiteti offensivi e costretti, anche in caso di documenti regolari, a trascorrere ore in commissariato per le verifiche. Come Ali, 33enne, afghano richiedente asilo, che ha raccontato a HRW di come il suo picnic in famiglia sia stato interrotto quando gli agenti di polizia lo hanno fermato nei pressi della stazione della metropolitana di Attica il 2 Aprile 2013, mentre era insieme ai suoi due figli di 12 e 8 anni: “La polizia mi ha preso – racconta – I bambini hanno detto ‘è nostro padre, ha una carta rosa [quella specifica del richiedente asilo], perché lo prendete?’ Loro hanno risposto: ‘Lo porteremo alla stazione di polizia di Allodapon, faremo il controllo dei documenti e poi lo rilasceremo. Intanto voi tornate a casa’”. Al ché Ali ha detto: “Ma viviamo nel Pireo, fuori Atene, come possono i bambini tornare a casa da soli?” I poliziotti hanno risposto che non era un loro problema e Ali ha dovuto portare i bambini con sé in commissariato, per uscirne solo diverse ore dopo.

Se a questi episodi si aggiunge il fatto che gli stranieri “bianchi”, come i moldavi o gli albanesi (che sono la seconda nazionalità di migranti più numerosa in Grecia) non vengono quasi mai fermati si capisce come la polizia greca stia davvero usando il profilo etnico come criterio per i fermi e gli arresti. “Per essere legale, qualsiasi privazione della libertà deve essere effettuata in conformità con la legge, e non in modo così discriminatorio arbitrario” lamenta HRW. L’organizzazione non nasconde la situazione difficile di un paese di confine come la Grecia in materia di immigrazione, il ché comunque non giustifica questo razzismo dilagante, men che meno da parte delle istituzioni.

Da diversi anni, inoltre, la Grecia è in forte difficoltà a causa delle politiche di austerità imposte dalla cosiddetta trojka – Fondo monetario internazionale, Commissione europea e Banca centrale – per far fronte alla violenta crisi economica del paese. In cambio dei “prestiti di salvataggio”, infatti, il governo greco ha dovuto effettuare tagli pesantissimi che hanno colpito soprattutto il lavoro, portando al licenziamento di migliaia di lavoratori del settore pubblico, mentre l’assistenza sanitaria e le politiche sociali sono crollate, con conseguenze disastrose per tutti i cittadini. Come spesso accade in questi casi, il primo capro espiatorio sono stati gli stranieri, con il partito di estrema destra Alba Dorata che ha colto la palla al balzo per accalappiare voti e consensi: il terreno era favorevole, così quel gruppo di giovani in maglia nera e saluto nazista, autori delle ronde contro gli immigrati, arrivati perfino a negare l’Olocausto, oggi detiene 18 seggi in parlamento ed è al terzo posto nei sondaggi di opinione, dietro solo alla Nuova Democrazia del primo ministro Antonis Samaras, e al partito di sinistra Syriza.

Il governo di Samaras, dal canto suo non starebbe facendo molto per arginare il fenomeno delle violenze sugli stranieri, anzi: basti pensare che, alla richiesta delle 30 organizzazioni non governative raccolte nella Racist Violence Recording Network (RVRN) di una nuova legge contro il razzismo, il neo-ministro della Giustizia Haralambos Athanasiou ha risposto che “in questo momento non costituisce una priorità”. Intanto anche la RVRN sta mappando la situazione: sarebbero 154 i casi di violenza razzista rilevati nel 2012, di cui 43 compiuti da appartenenti alle forze di polizia. Ma il numero in realtà sarebbe molto più alto dato che, secondo lo studio, la maggior parte delle vittime tende a non presentare una denuncia formale. E se la polizia da aprile 2013 ha smesso di fornire le statistiche dei fermi, le violenze contro gli immigrati non si sono arrestate, mentre il governo sembra aver iniziato un pericoloso gioco di avvicinamento con Alba Dorata per intercettare i voti dei greci più arrabbiati e disperati, ormai sempre più numerosi.

Anna Toro


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