by Sergio Segio | 17 Luglio 2013 16:52
ROMA – Tra povertà assoluta e relativa, chi tiene duro in Italia sono gli anziani. Soprattutto se soli. A far registrare gli unici dati positivi contenuti nel report sulla povertà in Italia presentato questa mattina a Roma, sono proprio loro, le persone dai 65 anni in su che per quanto riguarda la povertà relativa hanno fatto segnare una diminuzione dell’incidenza, che passa dal 10,1 all’8,6 per cento tra il 2011 e il 2012. Segnali di miglioramento, spiega l’Istat, dovuti soprattutto alla certezza di un reddito dovuto alla pensione, rispetto a chi invece ha visto in questi anni peggiorare la propria condizione economica a causa della perdita del lavoro o per la riduzione del salario. Pensioni, inoltre, che anche se minime sono agganciate all’inflazione. A migliorare, però, sono solo gli anziani soli. Considerando la coppia, infatti, i dati sulla povertà relativa segnano un lieve peggioramento, passando dall’11,3 all’11,9 per cento. Invariata, infine, l’incidenza della povertà assoluta per le persone con 65 anni e più. Nel 2012 gli anziani poveri assoluti erano 728 mila anziani, mentre nel 2011 erano 707 mila, con una incidenza che tra i due anni resta invariata al 5,8 per cento.
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