Dati Istat, Caritas: “Povertà assoluta questione irrinunciabile per il governo”

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ROMA – “L’aumento della povertà relativa e di quella assoluta è un fatto completamente inedito per il nostro Paese. Il peggioramento di tutti e due gli indicatori ci dà la misura della gravità della situazione nel Paese, dell’impoverimento che la crisi economica ha messo in atto”. Commenta così Francesco Marsico, vicedirettore vicario di Caritas italiana, i dati sulla povertà in Italia resi noti questa mattina dall’Istat. Per Marsico, il picco raggiunto dai dati della povertà assoluta e il concomitante aumento della povertà relativa mostrano una situazione “drammatica” soprattutto per “l’assenza di misure di contrasto alla povertà economica nel nostro Paese, come un reddito minimo o misure di sostegno alle famiglie, e la parziale copertura del rischio di perdita del lavoro, come gli ammortizzatori sociali”.Per il vicedirettore della Caritas, il tema della povertà è ormai “una questione irrinunciabile”. “È chiaro che il tema del lavoro è una questione fondamentale – ha aggiunto -, ma non si può ignorare che c’è il problema della povertà. Bisogna trovare forme e risorse per poter dare un sostegno o almeno un sollievo alle persone che vivono in povertà assoluta. Non si possono lasciare indietro tutte le persone che vivono condizioni di forte disuguaglianza o di vera e propria povertà”. Per Marsico, i mezzi messi in campo dal governo per rispondere alle difficoltà economiche di oltre 4,8 milioni di persone residenti in Italia in povertà assoluta sono insufficienti e attendere la fine della sperimentazione della nuova Social card per poter impostare politiche nazionali senza nessuna altra forma di aiuto è una ipotesi da scartare.“La sperimentazione è fondamentale per affinare le forme di intervento – ha ricordato Marsico -. Però, prima che la sperimentazione finisca, occorre attivare interventi considerando almeno alcuni livelli di reddito, accanto alla Social Card che ha pochissime risorse”. Un intervento, ha aggiunto Marsico, che potrebbe riguardare soprattutto gli aiuti alimentari. “Ad oggi, l’unico aiuto che arriva alla gran parte delle famiglie povere di questo Paese sono gli aiuti alimentari – ha spiegato -. Aiuti che non sono finanziati da risorse del governo e né verranno più finanziati con risorse dell’Unione europea. In attesa che si possa avere uno strumento compiuto, moderno ed efficiente occorre sostenere gli aiuti già esistenti, come gli aiuti alimentari. Sarebbe una strategia di breve periodo sensata e ragionevole”.(ga)

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