“I tumori? Colpa delle sigarette”. È bufera su Bondi

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BARI — I tumori di Taranto? «Colpa delle sigarette, assai diffuse in città negli anni Settanta. E poi morti e malattie sono in diminuzione negli ultimi anni». Enrico Bondi, commissario del governo per l’emergenza Ilva, ha deciso che l’emergenza non c’è. Con una relazione di 44 pagine, firmata da quattro suoi consulenti e inviata nei giorni scorsi alla Regione Puglia e alle autorità sanitarie locali, ha raccontato di una «situazione sotto controllo», di «nessuna emergenza sanitaria», di dati sballati e di «un’enfasi sul possibile ruolo dell’impianto siderurgico, effetto della pressione mediatico- giudiziaria» e non di «giustificazioni scientifiche». Una posizione che ha fatto infuriare il presidente della Regione, Nichi Vendola («è inaccettabile»), buona parte del Partito democratico (Anna Finocchiaro, Antonio Decaro), le associazioni ambientaliste lasciando invece nel silenzio sia il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, sia il Pdl. Il Governo, che ha scelto Bondi come commissario, è in forte imbarazzo: il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, lo ha convocato nelle prossime ore per spiegazioni.
In quell’occasione Bondi probabilmente dovrà spiegare anche cosa sta succedendo all’Ilva in queste ore: come Repubblica è in grado di ricostruire, da quando Bondi ha preso l’incarico di commissario, l’Ilva ha ripreso a inquinare. Dall’inizio dell’anno sino a giugno le centraline posizionate dall’Arpa attorno all’azienda non avevano mai lanciato nessun allarme. Sei mesi nella norma, cosa mai accaduto. Dal 12 giugno invece i limiti sono stati superati. E le uniche centraline a segnalare l’allarme sono state quelle attorno al siderurgico: quindi o c’è stato un mega-raduno di fumatori, oppure la responsabilità è dell’Ilva.
«Le perizie chimiche — spiegano gli investigatori — lasciano pochi spazi ai dubbi: le particelle che abbiamo trovato nelle pecore e nei terreni intorno all’Ilva sono proprio quelle del camino dell’Ilva. Non si può sbagliare».
«E sostenere che la mortalità sia dovuta solo alle sigarette, in un contesto come quello di Taranto, è davvero singolare». A parlare è il professor Annibale Biggeri, uno dei periti scelti dal giudice Patrizia Todisco per delineare il quadro chimico ed epidemiologico di Taranto. «Noi abbiamo svolto il lavoro per conto del tribunale e non di una parte. E l’Ilva in quell’occasione non ha ritenuto di “controdedurre”.
Non so perché il commissario di governo entri in questo tipi di argomenti».
Non è un caso inoltre che i tecnici (Paolo Boffetta, Carlo La Vecchia, Marcello Lotti e Angelo Moretti) scelti da Bondi per le sue controdeduzioni siano gli stessi che negli anni in più occasioni abbiano lavorato con l’Ilva di Riva.
«Bondi è il commissario del governo o dell’azienda?», chiedono da tempo le associazioni ambientaliste di Taranto, raccontando un tentativo della maggioranza di Governo di deregolamentare la questione Ilva. È un fatto che con un emendamento è stato soppresso il ruolo del Garante (l’ex procuratore generale di Cassazione, Vitaliano Esposito) che aveva denunciato le inadempienze dell’azienda al cronoprogramma promesso. «Qual è la logica se vengono confusi i ruoli di commissario e garante, organo terzo e indipendente?» si era chiesto Esposito. Per poi aggiungere: «Chi informerà la popolazione sui pericoli per l’ambiente? Il gestore dell’azienda inquinante».
Non solo: il nuovo testo permette a Bondi di imporre nuove prescrizioni che superino l’Aia. Non è specificato però se le nuove regole debbano essere migliorative per la tutela ambientale. O possano anche peggiorare le cose.


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