Incompatibilità, duello Epifani-Grillo

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ROMA –Resta sotto il tiro del Movimento 5 Stelle la proposta pd (la cosiddetta Mucchetti-Zanda) di annullare di fatto il principio di ineleggibilità per sostituirlo con quello di incompatibilità. Secondo i grillini, il disegno di legge Mucchetti-Zanda, presentato a ridosso della sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi, è il sistema per evitare la sua possibile decadenza immediata dal mandato parlamentare. Ed è su questo che ieri si è innescato un botta e risposta durato tutta la giornata.

«Salvare ancora Berlusconi, o dopo 20 anni di inciuci dimostrare di essere qualcosa di più di un ectoplasma politico?», domandava con sarcasmo ieri dal suo blog Beppe Grillo, continuando il suo martellamento contro il Partito democratico e i «salvaberluschini» che hanno firmato il provvedimento. Perché, afferma, se la proposta passerà «Berlusconi avrà un anno per scegliere fra le sue aziende e la politica. Nel frattempo potrà rimanere tranquillamente in Parlamento invece di esserne cacciato». E poi, in amletica parodia, il comico domanda ancora se per il Pd «sia più nobile sopportare gli oltraggi dell’opinione pubblica, i sassi e i dardi della propria sepolta coscienza, o buttar fuori dal Parlamento un evasore ineleggibile».

A nome del Pd il segretario Guglielmo Epifani respinge le accuse spiegando che il ddl era stato presentato un mese fa, se ne era parlato anche sui giornali; ma poi «improvvisamente viene tirato fuori e visto come qualcosa che aiuta Berlusconi. Invece non serve a questo scopo, ma ad avere anche in Italia una legge di carattere europeo, su un conflitto di interessi moderno, visto che quella che abbiamo è una legge di 50 anni fa. Inoltre, insiste l’ex leader sindacale, si tratta di una norma che «non c’entra nulla con la politica di queste ore, visto che riguarda i prossimi 40 anni di vita del Paese».

In parallelo, Epifani torna quindi sulla sospensione dei lavori parlamentari richiesta mercoledì scorso dal Pdl come protesta contro la Cassazione (e accordata, ma per tempi più ristretti, dal suo stesso partito). E usa la questione per attaccare la squadra berlusconiana: «Abbiamo assistito a tanti loro assalti al Parlamento, alcuni anche sguaiati. Si scambiano le prerogative parlamentari con le decisioni della Corte di Cassazione…». Una vicenda con parole e azioni, aggiunge, «che peseranno». Berlusconi, poi, «oggi dice una cosa al centrodestra, ieri ha detto il contrario e domani chissà…».

Eppure anche all’interno del suo partito non mancano le critiche. Come quella del senatore Felice Casson, che racconta all’Huffington Post: «Mucchetti mi aveva chiesto di firmare il ddl, ma non l’ho fatto: non è completo, non è perfetto e non è assolutamente il momento».

Le affermazioni di Epifani in ogni caso non convincono il M5S. Il quale torna subito alla carica con il suo capogruppo alla Camera: «Il Pd sta tentando da anni di salvare Berlusconi e purtroppo ci riesce ogni volta — dice Riccardo Nuti —. C’è una finta opposizione che non ha fatto altro che mantenere in vita il centrodestra, e Berlusconi in particolare». E continua: «Non è stata fatta una seria legge sul conflitto di interessi e una seria lotta al berlusconismo, cioè alla mentalità dell’interesse personale a scapito del bene comune…E Berlusconi ora non ha nessun interesse a far cadere il governo, neppure in caso di sentenze negative: è comunque coperto dal voto dell’aula».

Ma anche il Pdl non apprezza le uscite di Epifani. Così è Brunetta a rispondergli: «Ancora una volta dal segretario pro tempore del Pd arrivano parole scomposte e fuori luogo. Il povero Guglielmo, già segretario socialista della Cgil, pur di farsi accettare dai suoi nuovi compagni e tenere unito un partito diviso su tutto è costretto a usare toni inadeguati e ad attaccare noi e Berlusconi. Pensi piuttosto al suo partito, lacerato e dilaniato».

R.R.


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