Legittimi o naturali, da oggi solo figli così la legge che abolisce le differenze riscatta un milione di under 20

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ROMA — Fuori dall’ombra. Per un milione di bambini e ragazzi, a contarli soltanto negli ultimi vent’anni, la nuova legge significa questo: uscire dall’ombra, essere uguali agli altri, vedere rispecchiata nei codici quella parità che già esiste di fatto nella società. Un figlio su quattro nasce oggi fuori dal matrimonio, 134 mila soltanto nel 2011, nel Nord hanno superato addirittura il 30 per cento di tutti i nuovi nati. Una galassia di nuove famiglie si accompagna alla famiglia tradizionale. Infatti, al di là dei cambiamenti in termini di parentela e di successione, l’equiparazione tra figli naturali e figli legittimi sancita ieri dal Consiglio dei ministri, dimostra che il diritto di famiglia inizia finalmente ad assomigliare alle famiglie vere.
Dove i matrimoni sono in caduta verticale e le convivenze in ascesa impetuosa. Dove madri e padri hanno iniziato, davvero, a dividersi i ruoli. Dove nella precarietà e atipicità diffusa dei lavori, tra le giovani coppie la cura dei figli comincia ad essere un ruolo condiviso. Dove i bambini sono adottivi, figli di monogenitori, di famiglie allargate. E infatti oltre alle dichiarazioni entusiaste e bipartisan che hanno accolto i decreti attuativi della legge, approvata con un forte pressing alla fine scorsa legislatura, nel testo si parla, ed è una delle più importanti novità, non più di “potestà genitoriale”, ma di “responsabilità genitoriale”.
Un passaggio importante (cade l’arcaico concetto di possesso dei figli) all’interno di un dettagliato insieme di norme messe a punto dall’ex dicastero della Famiglia del ministro Andrea Riccardi, con la commissione presieduta dal giurista Cesare Bianca. D’ora in poi, ha detto il presidente del Consiglio Letta, «si toglie dal codice civile qualunque aggettivazione alla parola figli: saranno tutti figli e basta, una scelta di civiltà». Non di serie A, non di serie B, non figli e non figliastri: soltanto bambini che nascono in una società che cambia. Ed è infatti un sociologo come Franco Ferrarotti che sottolinea quanto la nuova legge sulla “filiazione” altro non sia che «un tentativo di adeguare la norma scritta all’esperienza vissuta».
Un tentativo assai tardivo però. Dice Ferrarotti: «I diritti positivi sono in ritardo rispetto alla sensibilità e alle esigenze della vita sociale». In particolare nel diritto di famiglia, visto che «la cultura italiana è stata sempre riluttante a modificare i ruoli tradizionali». Oltre che dal mondo politico (quasi tutti parlano di una svolta storica, pur litigando sulla paternità della legge), sono interessanti le voci che arrivano da chi si occupa di infanzia e di adolescenza.
Spiega Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, una vita in difesa dei più piccoli. «Oggi si realizza il quarto comandamento bis: onora il figlio e la figlia. Si nasce solo figli, non figli legittimi e illegittimi. Quello che è avvenuto oggi in Italia è da segnare nelle giornate storiche dei diritti umani, come lo fu il 20 novembre 1989, quando a New York fu firmata la Convenzione Onu sui diritti dei fanciulli e delle fanciulle. Finalmente – conclude si privilegia il superiore interesse del minore, non le storie e i conflitti degli adulti con le loro questioni sentimentali. E soprattutto si potrà dimenticare l’atroce definizione che ha fatto soffrire migliaia di persone: quella di essere figli di NN».
E il Garante dell’infanzia Vincenzo Spadafora, dopo aver espresso soddisfazione aggiunge: «È sempre una buona notizia per il nostro Paese quando il governo si occupa di politiche per l’infanzia, mentre negli ultimi anni questo è avvenuto sempre meno e in maniera poco incisiva. A tal proposito sono preoccupato che la delega alla Famiglia non sia stata assegnata ancora ad alcun ministero. E ulteriori passi sono necessari: primo fra tutti è la riforma della giustizia minorile». Sulla stessa linea Raffaella Milano di Save the Children: «Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri consente di superare una profonda discriminazione che in tutti questi anni ha segnato la vita di tanti bambini. Auspichiamo che questo sia un passo avanti verso un sistema normativo volto ad una sempre maggiore tutela dei diritti di ogni bambino e ogni bambina».


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