I debiti europei fanno ancora paura Giù la Borsa, lo spread rivede quota 300

by Sergio Segio | 13 Luglio 2013 8:19

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ROMA —Lo spread che sfonda quota 300 punti per poi calare e chiudere a 293 conferma il ritorno delle tensioni sui mercati del debito sovrano già viste giovedì. L’ampliamento del differenziale tra i rendimenti dei Btp decennali, pari al 4,48% e i Bund tedeschi di uguale durata riflette essenzialmente il ribasso di questi ultimi, i titoli considerati più sicuri. Ma anche questo è forse un segnale di nervosismo degli investitori che si rifugiano nei Bund quando ci sono preoccupazioni nell’Eurozona. E i timori questa volta riguardano il Portogallo e le incertezze sulla soluzione della crisi di governo che potrebbe rivelarsi decisiva per la prosecuzione della politica di austerità richiesta a fronte del piano di aiuti concesso a Lisbona.

Ma riguardano anche l’Italia dove gli strappi nella maggioranza che sorregge l’esecutivo guidato da Enrico Letta non aiutano certo la credibilità dell’azione economica in una fase di faticosa e prolungata uscita dalla recessione. Ieri ne ha risentito anche la Borsa di Milano che ha archiviato l’ultima seduta della settimana in deciso ribasso perdendo l’ 1,57%. In caduta del 2,32% la Borsa di Madrid per le forti vendite dei titoli energetici dovute al diffondersi della notizia che il governo spagnolo starebbe per varare una pesante riforma del settore energetico.

Non hanno comunque brillato anche gli altri listini europei mentre Wall Street, dopo il record di giovedì, ha chiuso con un ulteriore, seppur frazionale, rialzo. Francoforte ha terminato in rialzo dello 0,66% ancora trainata dalle rassicurazioni della Federal Reserve, che ha promesso una politica monetaria accomodante ancora a lungo. Londra ha chiuso praticamente invariata con una variazione positiva dello 0,02% mentre Parigi ha perso lo 0,36%. Ma è dopo la chiusura delle quotazioni che sulla Francia si è abbattuta la scure di Fitch che ha tolto la tripla A al suo debito sovrano declassando il rating ad AA+ al pari di quanto avevano già fatto le altre società internazionali. Il downgrade — si legge in una nota — « riflette la revisione al rialzo delle stime sul debito per i prossimi anni, con rischi al ribasso sulle prospettive per la tenuta dei conti pubblici in ragione dell’incertezza della crescita e della crisi della zona euro». In ogni caso la Francia sta sempre meglio dell’Italia che S&P nei giorni scorsi ha declassato a livello di BBB, riservando ieri lo stesso trattamento per 9 grandi banche e mettendone sotto osservazione altre 23.

Tornando al mercato secondario, lo spread Spagna-Germania è rimasto pressoché stabile a 320 punti base mentre ad avere la peggio sono stati i titoli portoghesi per la paura, come si è detto, che eventuali elezioni anticipate possano portare alla vittoria dei partiti di opposizione, contrari alle misure di rigore chieste da Ue, Fmi, e Bce che comunque, vista la situazione di incertezza, hanno rinviato a fine agosto la verifica congiunta prevista per la prossima settimana.

Quanto alla moneta unica ieri si è deprezzata nei confronti del dollaro fino al minimo di 1,3005, a seguito della pubblicazione dei dati sui prezzi alla produzione statunitense, risultati in crescita oltre le aspettative, e al riaccendersi delle tensioni sui titoli governativi europei. In seguito però l’euro ha parzialmente recuperato, riportandosi attorno a 1,3034 dollari.

 

Stefania Tamburello

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