“Così Microsoft ha aiutato la Nsa la Silicon Valley aperta agli 007”

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NEW YORK — Un volo dell’Aeroflot da Mosca a Cuba che cambia rotta per evitare i cieli degli Stati Uniti. Un nuovo torrente di rivelazioni sul “collaborazionismo” dei big dell’economia digitale Usa e la loro servizievole raccolta di dati per l’intelligence. È l’ultima puntata del giallo creato da Edward Snowden, che ieri è stato trattato alla stregua di un eroe alla convention degli hacker a Boston: con uno schiaffo senza precedenti, la convention ha escluso qualsiasi rappresentante del governo federale, per protesta contro il trattamento riservato alla “gola profonda”, il trentenne informatico transfuga dalla National Security Agency e in cerca di asilo politico. In quanto alle rivelazioni, l’ultima riguarda il colosso del software fondato da Bill Gates. La Microsoft ha offerto alla Nsa un accesso diretto ai dati dei suoi utenti. A fornire dettagli su questa collaborazione, ancora più stretta di quanto finora emerso, fra la Silicon Valley e l’intelligence Usa è ancora una volta The Guardian, il quotidiano britannico che fin dall’inizio ha avuto accesso agli scoop per un rapporto privilegiato con Snowden. Mentre sul sito del Guardian usciva alle ore 21 italiane la nuova ondata di rivelazioni, negli stessi istanti il Washington Post era il primo a dare la notizia secondo cui Snowden potrebbe aver lasciato l’aeroporto di Mosca a bordo di un volo Aeroflot, diretto all’Avana. I sospetti nascerebbero dalla inusuale rotta scelta dalla compagnia aerea, rotta che evita il sorvolo sugli Stati Uniti. Gli esperti meteo hanno dato una possibile versione alternativa: sulla rotta consueta fra la Russia e Cuba ieri c’era una perturbazione e quindi una modifica non sarebbe affatto inusuale. Snowden intanto continua a rilasciare documenti segreti al Guardian che oggi rivela nuove indiscrezioni. «Microsoft ha collaborato in modo molto stretto con i servizi di intelligence Usa per consentire di intercettare le comunicazioni dei suoi utenti, aiutando la Nsa a decodificare il proprio sistema » e aggirare quindi i blocchi all’accesso. I nuovi documenti «illustrano la portata della cooperazione fra la Silicon Valley e le agenzie di intelligence negli ultimi tre anni» nell’ambito del programma segreto Prism, denuncia il quotidiano, secondo il quale Microsoft ha in particolare aiutato la Nsa a intercettare le chat online sul nuovo portale Outlook. com.
Anche Skype, acquistata da Microsoft nell’ottobre 2011, ha collaborato con l’intelligence nell’ultimo anno consentendo a Prism di ottenere informazioni sulle conversazioni video e audio. Microsoft respinge con forza le accuse: Redmond non concede e non offre al governo nessun accesso diretto a nessuno dei suoi prodotti. «Abbiamo chiari principi che guidano le nostre risposte alle richieste del governo per le informazioni sui consumatori» afferma Microsoft, sottolineando di fornire dati dei propri consumatori «solo in risposta a richieste del governo su specifici account». Intanto il Washington Post lancia un nuovo allarme: quello che Snowden abbia guadagnato l’accesso anche a «file sensibili riguardanti operazioni di spionaggio contro i leader cinesi e altri obiettivi sensibili». «Siamo molto preoccupati — spiegano alla Nsa — . Più cose diventano pubbliche, più perdiamo le nostre capacità». Ma il colpo duro lo incassa anche Microsoft. Come tutti i big della West Coast, quest’azienda ha cercato di curare un’immagine progressista, che oggi male si addice con queste rivelazioni. Tutti, da Google a Apple, da Facebook a Yahoo, hanno mostrato di avere con il governo un rapporto così stretto che non si sposa bene con l’ideologia libertaria della West Coast, la stessa cultura che fu alle origini della rivoluzione digitale.


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