«Tre anni di carcere e multe salate» Rispunta la legge anti contestatori
Sia come sia il 10 giugno, a un mese dagli scontri di piazza che fecero da contorno alla manifestazione berlusconiana a Brescia, il deputato Ignazio Abrignani ha presentato una proposta di legge fatta apposta per disincentivare le contestazioni. La norma, che si compone di un solo articolo, chiarisce che «chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione politica, sia pubblica che privata, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 1.000 a 2.500 euro». E c’è un’aggravante, con la «reclusione da due a cinque anni», se il contestatore è un pubblico ufficiale. Non solo. Nella sua proposta di legge Abrignani specifica che «se la riunione è di propaganda elettorale» — e quella del Pdl a Brescia era formalmente una manifestazione di sostegno al candidato sindaco alle Comunali — «la multa è raddoppiata». L’intenzione del deputato pidiellino è scoraggiare aspiranti contestatori o disturbatori delle future iniziative di piazza del Pdl e di Silvio Berlusconi, così come di ogni altra forza politica. «La mia proposta — dice Abrignani — estende una norma già prevista per le riunioni di propaganda elettorale. Una norma che non si applica alle iniziative non elettorali, ma neanche ai comizi per le Amministrative e quindi non alla manifestazione di Brescia o sul processo Ruby o qualsiasi iniziativa convocata per esprimere le proprie idee. Chiedo soltanto — aggiunge — che qualcuno mi tuteli se esprimo il mio pensiero».
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