Grillo mercoledì al Colle E i 5 Stelle si ricompattano per restituire la diaria

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ROMA — L’ultimo a fare resistenza è stato Ivan Catalano, deputato spesso critico e fuori linea rispetto al Movimento. Ma in zona Cesarini, le pressioni dello staff e dei capigruppo lo hanno convinto a fare il bonifico. E lo stesso è avvenuto con Alessio Tacconi, lo «svizzero», anche lui rientrato nei ranghi. E così la festa ieri è stata completa. I parlamentari a 5 Stelle si sono riuniti davanti a Montecitorio, sventolando un mega assegno, tra cori, applausi, foto ricordo di gruppo e abbracci. Orgoglio legittimo, per una restituzione che, come ha spiegato Riccardo Nuti, «avviene per la prima volta nella storia della Repubblica». Beppe Grillo, in vacanza in un’isola del nord della Sardegna, ha inviato un tweet solo leggermente enfatico: «1.569.951,48 di euro restituiti! Stiamo scrivendo la Storia!». Parentesi di entusiasmo in un crescendo di toni sempre più forti, contro il Parlamento «esautorato». Un antipasto di quel che dirà mercoledì al capo dello Stato, nell’incontro ufficiale. Al quale non dovrebbe partecipare Gianroberto Casaleggio, la cui mancanza di un ruolo formale nel Movimento, requisito richiesto dal Quirinale per la partecipazione all’incontro, ha creato più di un imbarazzo nel M5S.

L’autocelebrazione comincia nel pomeriggio con una conferenza stampa alla quale partecipano i vertici del Movimento: i capigruppo protempore (cambiano ogni tre mesi) Riccardo Nuti e Nicola Morra, il vicepresidente Luigi Di Maio e il questore Laura Bottici. Morra spiega che «senza essere francescani o eroi, cittadini normali possono fare politica abbassando i costi». Ovvia la chiamata in corresponsabilità degli altri partiti: «Perché gli altri non fanno lo stesso?». Di Maio, in un impeto di entusiasmo, arriva a dire: «Se cacci fuori i soldi dalla politica, la politica diventa una cosa bellissima».

Magari proprio senza soldi non si può fare, ma risparmiare è possibile: «Se gli altri partiti facessero come noi, risparmieremmo da 40 a 50 milioni di euro», dice Morra. Il Movimento vorrebbe di più: l’abolizione totale del finanziamento: «La proposta del governo è una rimodulazione, non un’abolizione». Ma vorrebbe anche ridurre le spese del Quirinale: «Costa troppo», dice Di Maio.

Chissà se il tema sarà affrontato mercoledì: alle dieci è fissato l’incontro atteso tra Beppe Grillo e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I paletti del Colle hanno messo fuori gioco Casaleggio (anche se si dice che potrebbe essere ancora recuperato). E così Grillo, insieme ai capigruppo e forse allo stesso Di Maio, ripeterà quanto detto sul blog: la richiesta di scioglimento delle Camere. In realtà, la posizione del Movimento è più sfumata e nessuna decisione è presa sul tema dall’assemblea. Ma Nuti nega che sia una decisione di Grillo e spiega: «Avevamo già detto che il Parlamento è inutile. O lo si fa lavorare o lo si sciolga». Morra aggiunge: «Il Parlamento è ridotto su una sedia a rotelle, immobilizzato dal pressing dell’esecutivo».

Altro tema caldo sul tappeto, gli F35. Il Movimento ha attaccato il Consiglio Supremo di Difesa (presieduto dal Capo dello Stato), che in una nota ha spostato il baricentro della decisione degli acquisti sul governo: «Per il Consiglio sembra che siamo in guerra — dice Di Maio — Ma noi siamo ancora una repubblica parlamentare, no? O forse siamo diventati una repubblica presidenziale».

Alessandro Trocino


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