«Tassi Bce giù ancora a lungo», volano le Borse

by Sergio Segio | 5 Luglio 2013 7:12

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FRANCOFORTE — Nella ricorrenza dell’Independence Day americano, la Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra hanno dichiarato l’«indipendenza» della loro politica monetaria dalla Federal Reserve di Ben Bernanke. Per la prima volta le banche centrali del Vecchio Continente hanno fornito una «forward guidance», un’indicazione sull’evoluzione futura dei tassi di interesse, che rimane espansiva.

Con una mossa senza precedenti, il presidente della Bce Mario Draghi, ha annunciato ieri a Francoforte che il Consiglio direttivo «all’unanimità» si impegna «a mantenere i tassi di interesse costanti — all’attuale 0,5% — o tendenti al ribasso per un periodo prolungato di tempo» (non meglio definito). Comunque per «tutto il tempo necessario», fintanto che rimarranno moderate le aspettative di inflazione nel medio termine e resterà l’«estesa debolezza dell’economia reale», sulla quale pendono ancora «rischi al ribasso», nonostante le attese di una ripresa nel corso dell’anno. IL tutto nella condizione di una dinamica debole della creazione di moneta e dei flussi di credito. In conclusione, la «exit strategy» rimane ancora «molto distante», mentre proseguiranno fino a metà 2014 le aste a liquidità illimitata.

Ancora una volta il numero uno dell’Eurotower ha usato l’intervento verbale, l’arma giudicata fra le più potenti dei banchieri centrali, con un annuncio a sorpresa che spezza con la tradizione della Bce di «non impegnarsi» per la politica monetaria futura. Mantenendo al ribasso l’orientamento delle aspettative per i tassi di interesse, di base e anche dei depositi, i 23 membri del Consiglio puntano a «sostenere la crescita», e a contenere la volatilità nei mercati.

Le dichiarazioni della Bce erano state precedute da un comunicato altrettanto inusuale, pubblicato dalla Banca d’Inghilterra. Nei saloni della «Old Lady» ieri ha debuttato Mark Carney, già alla guida della banca centrale canadese, che ha segnato il primo giorno avvertendo i mercati che l’aumento «significativo» dei tassi di mercato provocato dall’annuncio di una futura «exit strategy» della Federal Reserve hanno spinto le aspettative «oltre i livelli giustificati» dalla situazione economica. Dunque anche nel Regno Unito i tassi guida sono destinati a restare bassi (ora già al livello record dello 0,5%).

Al termine di queste dichiarazioni, mentre si ridimensionavano i timori per la crisi in Portogallo e sulla nuova ristrutturazione del debito greco — i cui progressi sono stati giudicati in modo molto positivo da Draghi — le Borse sono schizzate verso l’alto: in chiusura Milano ha guadagnato il 3,44%, Londra il 3,08%, Parigi il 2,9% e Francoforte il 2,11%. Nel frattempo l’euro ha perso terreno, a quota 1,2921 dollari, mentre lo spread fra i Bund decennali e i Btp è calato a quota 274 punti base.

Nella conferenza stampa dopo il direttivo Bce, Draghi ha anche commentato le operazioni con derivati sottoscritti dal Tesoro negli Anni 90 ricordando che «sono state compiute nell’interesse del Tesoro italiano». Ha poi aggiunto che le transazioni «erano state approvate e certificate sia dalla Commissione Ue, sia da Eurostat», evidenziando come sia naturale che i Paesi portino avanti operazioni per coprirsi dai rischi, mentre rimane «cruciale la completa trasparenza» delle operazioni.

Inoltre, secondo il numero uno di Eurotower il miglioramento dei mercati finanziari, avviato la scorsa estate, dovrebbe raggiungere l’economia reale, grazie ai progressi
registrati nel risanamento fiscale. E a questo punto è «cruciale» che i governi europei, oltre alle riforme e al risanamento dei conti, accelerino l’introduzione dell’unione bancaria, e soprattutto dei meccanismi unici di supervisione e di risoluzione delle banche, per «diminuire la frammentazione nella trasmissione della politica monetaria».

Marika de Feo

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