CORTÁZAR LA VOCE ARGENTINA DI UN AUTORE RITROVATO
Ci sono scrittori che esistono nel nostro immaginario come immersi in un naufragio. Sappiamo che ci sono, riusciamo persino a intravederli ma la percezione che abbiamo di loro, fragile e incostante, più che dal nostro desiderio di continuare a interrogarli sembra dipendere dai movimenti caotici delle onde. A lungo accettiamo che sopravvivano come relitti; poi un giorno qualcosa cambia, il naufragio si fa più mite, dai marosi affiora una voce che sembrava perduta.
Tra questi scrittori, perduti e poi all’improvviso ritrovati, c’è Julio Cortázar. Mentre si festeggiano i cinquant’anni dalla pubblicazione di Rayuela (in italiano Il gioco del mondo, probabilmente il suo capolavoro), nell’arco dell’ultimo anno si vive nel nostro Paese un ritorno d’attenzione nei confronti dello scrittore argentino naturalizzato francese. Ancora nel 2012 per Einaudi è apparso Gli autonauti della cosmostrada. Ovvero un viaggio atemporale Parigi-Marsiglia
(traduzione di Paola Tomasinelli). Nel 1982, su un pulmino rosso della Volkswagen (detto Fafner, un veicolo rugginoso e tenerissimo),
Cortázar e sua moglie Carol Dunlop viaggiano dalla capitale francese verso sud, destinazione Marsiglia. All’apparenza la spedizione dura trentatré giorni; in realtà il viaggio del Lupo e dell’Orsetta – così i due decidono di ribattezzarsi – è un modo per confrontarsi con un’altra esperienza temporale: la procrastinazione della fine. Consapevoli di essere entrambi fatalmente malati (Carol morirà di lì a poco, Julio due anni più tardi), condividere un viaggio vuol dire per loro ostinarsi a vivere all’interno di quel mezzo di trasporto fragilissimo – fatto di accelerazioni, esitazioni, soste, deviazioni, di infrazioni dei limiti di velocità – che è ogni legame.
Da pochissimo Voland ha pubblicato L’esame (ancora nella traduzione di Paola Tomasinelli). Scritto nel 1950, quando il contesto sociale argentino ne impediva la pubblicazione (tanto che allora il libro venne letto solo da un pugno di amici dell’autore), e pubblicato postumo nel 1986, L’esame è una storia di azioni e riflessioni in cui essere giovani è una condizione fisiologicamente antagonista a un esercizio del potere incombente e repressivo. La Buenos Aires percorsa da Clara e Juan alla vigilia del loro ultimo esame non restituisce soltanto la sensazione di uno spazio fisico reale ma è anche un sapore aspro, il modo conflittuale di stare al mondo nell’Argentina peronista (circa la capacità di prevedere il futuro peculiare del suo romanzo Cortázar sintetizzava: «Il futuro argentino si ostina così tanto a plasmarsi sul presente che gli esercizi di anticipazione sono privi di qualsiasi merito»).
Per le edizioni Sur, infine, esce Carta carbone. Lettere ad amici scrittori (curatela e traduzione di Giulia Zavagna), il primo titolo di quella che nel tempo, in forma di trilogia, sarà l’edizione dell’epistolario cortazariano. Accuratamente conservate dallo stesso scrittore tramite il ricorso sistematico alla carta copiativa, le lettere destinate, tra gli altri, a Borges, Fuentes, Galeano, Lezama Lima, Paz, Cabrera Infante, Vargas Llosa, Soriano, nel comporre una mappatura dei rapporti tra narratori fondamentali del secondo ’900 sono soprattutto l’occasione per verificare che in Cortázar ogni esperienza di scrittura possiede un’intenzionalità autoriale. Come segnalato dalla curatrice nella prefazione, «il carteggio diviene una sorta di zona franca in cui realtà e finzione si mescolano»; il racconto personale di ciò che è accaduto o che è stato immaginato travalica l’argine della relazione privata valendo da spunto per future narrazioni. La scrittura privata, in sostanza, è sempre e inevitabilmente il collaudo di qualcosa che con molta probabilità diventerà racconto o romanzo. Per Cortázar l’affetto per il proprio interlocutore – un sentimento che si esprime anche come ironia, piglio critico, dissenso – è un naturale combustibile letterario.
Mentre per noi leggere ancora le sue pagine, continuare ad abitare la sua voce, è il modo in cui, salvandolo e salvandoci da ogni eventuale naufragio dell’attenzione, si esprime l’affetto nei suoi confronti.
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I LIBRI
Carta carbone -Lettere ad amici scrittori (pagg. 280, euro 16) è il primo volume di tre che Sur dedica all’epistolario di Cortázar a cura di Giulia Zavagna. Da Voland è uscito L’esame (trad. di Paola Tomasinelli, pagg. 268, euro 15)
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