Uno su tre non fa lo scontrino un miliardo al mese portato all’estero e la Finanza recupera 5,5 miliardi

by Sergio Segio | 22 Giugno 2013 17:47

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ROMA — Scatole vuote e fatture false all’estero. Nero, truffe allo Stato, falsi invalidi in patria. L’evasione gioca, da tempo ormai e su tutti i tavoli, fuori e dentro, una partita sempre più sofisticata e dannosa. Quella di sottrarre al Paese almeno 180 miliardi di euro all’anno, secondo un recente studio europeo. Quasi un quinto dei mille miliardi che mancano all’appello nel Vecchio Continente. Record assoluto. Con il 27% delle tasse italiane letteralmente evaporato e finito nei paradisi fiscali. E la pressione fiscale schizzata, per forza di cose, al 53% come rilevato dalla Corte dei Conti qualche giorno fa (i pochi che pagano, pagano di più). Non è un caso quindi che la Guardia di finanza abbia intensificato proprio il contrasto alle operazioni oltre confine, riacciuffando nei primi cinque mesi dell’anno 5,5 miliardi planati in lontane isole tropicali, piuttosto che nelle più vicine Lussemburgo, Svizzera, Irlanda. Praticamente un miliardo al mese. Mentre a casa nostra, tra bar e negozi, ancora uno su tre evita scontrini e fatture.
I dati diffusi ieri dalle Fiamme Gialle raccontano un’Italia in fuga dalle tasse e dalle regole. Nonostante i piani di controllo, le verifiche a sorpresa, la lotta all’economia sommersa (418 miliardi all’anno, la più vasta in Europa) e i famosi “blitz” ormai spariti dai tg, l’evasione diventa sempre più «complessa e insidiosa ». Lo sanno bene i 3.506 italiani ufficialmente nullatenenti, reddito dichiarato pari a zero, formalmente residenti all’estero, eppure evasori totali. E anche i 286 esperti in frodi carosello e società cartiere, scatole cinesi utili a non versare 317 milioni di Iva. Non da meno i 2.338 datori di lavoro che tengono al nero o irregolari 14.149 dipendenti. I 154 finti invalidi con 9 milioni in tasca tra pensioni, assegni, rendite. O i 2.417 responsabili di reati bancari, finanziari e ovviamente fallimentari. Come pure i 223 usurai.
Ogni ambito sembra ormai una groviera che sputa denari nelle valigette dei più furbi o più delinquenti. Il bilancio pubblico, tanto per dire, è saccheggiato. Ci sono i furti a Inps e Inail (2.100 denunciati alle varie Procure per 27 milioni). Poi «le grandi frodi nell’erogazione di incentivi », come i bonus per sostenere e rilanciare le imprese o le energie rinnovabili (800 milioni di truffe individuate). Ma anche «sprechi e irregolarità nell’amministrazione pubblica», tra colletti bianchi disonesti e politici corrotti (975 milioni di danno erariale accertati, 475 interventi, anche su delega della Corte dei Conti).
La concorrenza nel campo dell’evasione è spietata e a tutto campo, micro e macro. Da una parte il 33% non fa scontrini (su 167 mila controllati). Dall’altra i capitali illeciti della mafia, 2,5 miliardi di patrimoni sequestrati e confiscati in appena cinque mesi. Oltre ai 4 miliardi “sporchi” (5.457 segnalazioni), riciclati in denaro contante e titoli, da e verso l’estero. Tutto si tiene, l’alto e il basso. Le 24 tonnellate di droga sequestrate e altre 122 di sigarette di contrabbando. Come pure i 49 milioni di prodotti contraffatti o insicuri. Con la “filiera del falso” che «sembra non conoscere crisi». E anzi forse a causa della crisi, dalla griffe è ora passata a cibo e medicine. Il danno e la beffa.

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