Slittano Tobin Tax e Cessioni pubbliche
ROMA — Trenta euro per ogni giorno di ritardo per un massimo di duemila euro. E solo per le imprese. La norma sull’indennizzo dovuto dalla pubbliche amministrazioni che non abbiano provveduto a concludere nel termine previsto il procedimento, nell’ultima bozza del decreto «Fare» approvato sabato in Consiglio dei ministri, è ulteriormente cambiata. L’indennizzo non è più di 50 euro giornalieri ma di 30 mentre il tetto resta a duemila euro. La norma però, ha spiegato ieri il ministro della Semplificazione, Giampiero D’Alia, si applica solo alle imprese anche se «potrà essere studiato pure per i cittadini».
L’articolo potrebbe trasmigrare dal decreto «Fare» al pacchetto semplificazioni, presentato dallo stesso D’Alia, che arriva oggi in Consiglio dei ministri: 39 articoli, quattro deleghe al governo per semplificare la vita dei cittadini e delle imprese nella vita quotidiana.
Ultime modifiche
Intanto ancora ieri si è lavorato al decreto «Fare» che è stato sottoposto al vaglio della Ragioneria che ne dovrà verificare le coperture, per poi «bollinarlo».
L’articolo sul taglio da 550 milioni alle bollette elettriche sarebbe stato ancora oggetto di interventi per cercare di recuperare quelle modifiche alle agevolazioni alle energie rinnovabili che comporterebbero ulteriori risparmi per 150 milioni di euro. Ed è stata lungamente in discussione la norma sull’indennizzo alle imprese cui l’amministrazione non fornisce risposte nei tempi previsti.
Da un’esame dell’ultima bozza circolante emergono novità rispetto al testo entrato sabato a Palazzo Chigi. La più importante è il rinvio della Tobin Tax: l’entrata in vigore della tassa sulle transazioni finanziarie slitta dal primo luglio al primo settembre. Mentre il primo versamento passa dal 16 luglio al 16 ottobre. Ieri il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero, ha detto che l’Italia è pronta a porre il veto se la tassa sulle transazioni finanziarie dovesse essere applicata anche ai titoli di Stato nel giorno i cui la commissione per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza l’introduzione della cosiddetta Tobin Tax sia sulle transazioni di azioni che su quelle di bond , anche governativi. Il timore dell’Italia è che una simile tassa avrebbe effetti sulle nuove emissioni di debito: l’aumento del costo delle transazioni sul mercato secondario potrebbe riflettersi anche sull’attrattività delle nuove emissioni facendo quindi aumentare i tassi.
Alienazione delle partecipate
Ma non basta. Slitta anche l’entrata in vigore di una delle norme più discusse della spending review di Mario Monti, quella che obbligava le pubbliche amministrazioni a disfarsi delle società controllate, direttamente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni che avessero conseguito un fatturato di prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90%. In particolare il termine previsto per l’alienazione di queste società scala dal 30 giugno 2013 al 31 dicembre e la assegnazione del relativo servizio all’esterno passa dal primo gennaio 2014 al primo luglio 2014.
Prorogati consigli Inps e Inail
E ancora sulla falsariga di un «milleproroghe», il decreto «Fare» interviene anche sui consigli di indirizzo e vigilanza dell’Inps e dell’Inail: nelle more del completamento del processo di riordino degli stessi, al fine di garantire la continuità della gestione amministrativa e gestionale, i componenti dei medesimi consigli operanti al 30 aprile 2013 sono prorogati non oltre il 30 settembre prossimo. Le relative spese, pari a 150 mila euro, vengono coperte con un taglio ai bilanci degli Istituti nel 2013.
Tra le pieghe del decreto «Fare» è rintracciabile anche una norma che eleva il capitale delle Società di gestione, create dal Tesoro per valorizzare e dismettere il patrimonio pubblico, da tre milioni di euro a sei milioni.
Deroghe alle spese per l’Expo
Un’altra disposizione concede in via straordinaria e fino al 31 dicembre 2015 agli enti locali coinvolti nell’organizzazione del «grande evento» Expo Milano di derogare alle norme della spending review che pongono un tetto alla spesa per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza, per un ammontare superiore al 20 per cento della spesa sostenuta nell’anno precedente per le medesime finalità, limitatamente alle spese connesse all’organizzazione dell’evento.
Semplificazioni
Quanto al disegno di legge che arriva oggi all’esame del governo, si tratta di un provvedimento molto più snello del previsto: 39 articoli contro gli 80 inizialmente inseriti (anche perché molte delle norme inizialmente previste nel disegno di legge sono confluite nel decreto «Fare»), con quattro deleghe al governo, in materia di istruzione, beni culturali, ambiente e riassetto normativo (il cosiddetto taglia leggi). Si tratta «solo dei primi interventi di una lunga serie», ha precisato D’Alia. Il governo punta infatti a definire «un’agenda delle semplificazioni che non si limiti all’approvazione delle norme, ma prosegua con la loro applicazione e il loro monitoraggio». Con l’obiettivo finale, ha puntualizzato, di «alleggerire gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese, con un peso di 31 miliardi di euro».
Tra le norme spicca la disposizione che prevede una banca dati unica per la pubblica amministrazione, obiettivo perseguito da tutti i governi che si sono succeduti finora e il «tutor» che assiste le imprese dall’avvio alla conclusione dei procedimenti.
Antonella Baccaro
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