by Sergio Segio | 1 Giugno 2013 23:00
La città era deserta, come sempre nei fine settimana. Il cordone della manifestazione appare da questo vuoto come un’entità quasi metafisica, poche decine di migliaia di persone, un numero ben al di sotto di quelle che erano le aspettative. Eppure, nonostante tutto, non si può certo dire che la manifestazione sia stata un fallimento e questo non perché ci si accontenti di un autoassolutorio: comunque ci si mobiliti va sempre bene!No, non è questo il motivo che fa della giornata di ieri un momento potenzialmente molto importante.
Va detto che, anche se i manifestanti non erano molti, moltissimi erano i giornalisti stranieri, segno che, dalla crisi dell’Euro, forse, con immensa fatica, sta finalmente nascendo un’opinione pubblica europea. ElPais, una delle principali testate spagnole, titola: «80 ciudadeseuropeasvivenprotestas contra la troika, Portugal lidera la indignación», anche La Repubblica riprende l’avvenimento con un richiamo sulla home page del suo sito e, ovviamente, grandissimo rilevo è dato anche dai giornali tedeschi, uno degli epicentri della protesta.
E allora il motto della manifestazione appare meno astratto, perché da questo fine settimana, nord e sud, portoghesi, spagnoli e tedeschi, potranno smettere di guardarsi con sospetto, ben cosci di avere condiviso e di condividere lo stesso obiettivo: fermare l’ideologia austeritaria! Dopotutto il vero avversario da sconfiggere non è, o non sono, i governi nazionali, ma i trattati che hanno imbrigliato nella prigione del contenimento dei conti pubblici il nostro futuro: Maastricht, Two Pack e Fiscal Compact.
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