Libro Bianco Fini-Giovanardi: tossicodipendente 1 detenuto su 4

by Sergio Segio | 25 Giugno 2013 13:28

Loading

ROMA – Circa un detenuto su quattro, nelle carceri italiane, è tossicodipendente. Uno su tre, se si prendono in considerazione gli ingressi. E’ quanto afferma il Libro bianco sugli effetti della legge Fini-Giovanardi presentato questa mattina da La Società della ragione, Forum droghe, Antigone e il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca). Andando a snocciolare i dati ufficiali, il Libro bianco mostra come negli ultimi anni ci sia stata una lieve flessione di presenze in carcere di tossicodipendenti.  “Fino al 2010 si è registrato un aumento del numero di consumatori/tossicodipendenti sul totale degli ingressi dal 2006 in poi: dal 27,1 per cento nel 2006, al 28,3 per cento nel 2010, con un picco del 29,5 nel 2008. I dati del 2012 (28,9 per cento) segnano una leggera flessione rispetto al picco 2008”. Quanto alle presenze di detenuti tossicodipendenti nelle carceri, il quadro è più complesso essendo intervenuto l’indulto, spiega il testo. “Alla metà del 2006, subito prima dell’approvazione dell’indulto, i tossicodipendenti in carcere erano 16.145 – aggiunge il Libro bianco -, il 26,4 per cento della popolazione detenuta. Poco dopo l’indulto, com’era da aspettarsi, il numero si è dimezzato e la percentuale è scesa al 21,4 per cento. Questo calo ha avuto vita breve. Già alla fine del 2007, la percentuale di tossicodipendenti in carcere aveva raggiunto e superato i livelli precedenti, attestandosi al 27,5 per cento. Alla fine del 2009, i tossicodipendenti in carcere erano in flessione: 15.887 (24,5 per cento). Da allora sono rimasti in numero e percentuale pressoché stabili (16.364 pari al 24,4 per cento nel 2011; 15.663 pari al 23,8 per cento nel 2012)”.

Tuttavia, per quanto riguarda i dati, il Libro bianco mette in guardia dalle “conseguenze indesiderate” dovute al passaggio della sanità in carcere al Servizio sanitario nazionale. Dal 2011 in poi, infatti, la rilevazione non è più a carico dell’Amministrazione penitenziaria, ma avviene attraverso le Regioni, tramite i Sert. A cambiare, però, sono stati i criteri di classificazione dei detenuti tossicodipendenti, che seguono le linee di indirizzo del Dipartimento politiche antidroga. Tuttavia, secondo le organizzazioni promotrici del Libro bianco, la scelta dei nuovi criteri è stata voluta per “ottenere una diversa classificazione dei detenuti tossicodipendenti per incidere sulle politiche giudiziarie e carcerarie. In altre parole, dietro lo schermo della ‘scientificità’ e del ‘rigore diagnostico’, emerge il vero obiettivo politico: celare per quanto possibile il fallimento di quello che era stato propagandato come il punto forte della legge del 2006: ottenere la diminuzione dei tossicodipendenti in carcere, tramite le norme che ampliano i termini temporali di pena per l’accesso alle alternative terapeutiche. Oltre all’ingiustizia, la beffa: se non si possono far uscire i tossicodipendenti dal carcere in carne e ossa, si possono però togliere i numeri scomodi dalle statistiche”. (ga)

Post Views: 177

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2013/06/libro-bianco-fini-giovanardi-tossicodipendente-1-detenuto-su-4/