Letta: governo stabile, non ci saranno scossoni

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ROMA — Enrico Letta è ottimista, non pensa che il governo sia a rischio, non crede che le vicende giudiziarie del Cavaliere mettano a repentaglio la sua strana maggioranza. Soprattutto, a 50 giorni dall’insediamento a Palazzo Chigi, vede le «condizioni per fare cose positive e approvare il programma sul quale il Parlamento mi ha dato la fiducia».
Per la prima volta il presidente del Consiglio si professa soddisfatto, apertamente fiducioso. Non nega la fatica, le difficoltà dell’opera di governo («sono 50 giorni ma mi sembra una vita»), eppure non ha paura di sbilanciarsi, di dirsi convinto che «le cose stanno andando bene: vedo il governo stabile e concentrato sui suoi obiettivi».
Anche per questi motivi, nel suo incontro alla sede della stampa estera, risponde alle domande su Berlusconi in questo modo: «Non credo ci saranno conseguenze da vicende esterne, anche di natura giudiziaria».
L’incontro con i giornalisti stranieri presenti in Italia si svolge di mattina, nella sede di via dell’Umiltà. Le domande sono a tutto campo: politica estera, Turchia, Paesi del Golfo e investimenti esteri in Italia, ma anche, molte, sul mestiere di primo ministro, sull’esperienza sin qui maturata da Letta.
Le risposte sono tutte inclinate alla fiducia: «Non sento sofferenza in quello che sto facendo, sento molta attesa e impegno. Vivo questa esperienza, giorno per giorno, con grande determinazione. Se ogni tanto non sorrido è perché caratterialmente sono così ma in privato sorrido molto. Ci saranno occasioni per sorridere. La sensazione e il sentimento di partenza è che a 50 giorni dall’inizio di questo impegno, anche se a me sembra una vita, le cose stanno andando bene, come mi aspettavo e come speravo».
Forse persino di più: mentre dal Pdl filtrano indiscrezioni di una fibrillazione crescente, che potrebbe coinvolgere il governo, Letta ha la sensazione contraria. «Sento che c’è energia positiva che si sta liberando. Non vedo elezioni anticipate a breve. Non mi sembra che ci sia questa situazione».
Nel pomeriggio riceve il premier belga Elio Di Rupo. Dà il via libera per la prima richiesta di fiducia dell’esecutivo, che provocherà la contestazione dei grillini. Discute con Mario Monti del contributo di Scelta civica al governo, dei provvedimenti di riforma che potrebbero essere adottati entro l’estate. Annuncia che la settimana prossima il governo varerà il Piano nazionale per il lavoro e che a inizio luglio andrà in Israele e Palestina.
Gli viene chiesto come considera la tesi dell’ineleggibilità del Cavaliere, sostenuta da alcuni settori del Pd. La risposta consente dell’ironia: «Mi atterrò e sentirò le indicazioni che verranno date dal Pd, ma il governo non c’entra con questa scelta. Sono dinamiche parlamentari, non darei grande importanza a questo avvenimento. Lo so che tutto ciò che coinvolge Berlusconi per voi è fantastico, perché vi consente di scrivere lunghi articoli, mentre le cose pallose che vi racconto io nel merito sono molto meno vendibili alla vostra pubblica opinione, però è il mio lavoro».
Marco Galluzzo


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