La pasionaria del web che aiuta la “talpa” per conto di Assange

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LONDRA. Da quattro giorni l’uomo più ricercato del mondo è chiuso in un terminal dell’aeroporto di Mosca, in attesa di capire se otterrà asilo politico, e dove, e come eventualmente arrivarci. Ma Edward Snowden, nella stanzetta del terminal in cui trascorrono lente le ore, non è solo: con lui c’è una donna, una cittadina britannica, inviata da WikiLeaks ad assisterlo ad Hong Kong e poi ad accompagnarlo nella sua fuga (per adesso) senza fine da un continente all’altro. Se l’ex-agente della Cia è un uomo misterioso, la scorta non è da meno: di Sarah Harrison si sa ben poco. In linea con altri dirigenti del sito delle soffiate, ha ridotto il suo ritratto online quasi a zero. Contatti con i giornalisti da quando ha raggiunto l’autore delle rivelazioni sul Datagate: pure zero. Le uniche notizie recenti che abbiamo su di lei provengono da Julian Assange, da dentro l’ambasciata dell’Ecuador di Londra in cui è rifugiato da un anno per sottrarsi all’estradizione in Svezia: «Il signor Snowden e la signorina Harrison sono sani e salvi», ha detto il fondatore di WikiLeaks. Con emozione comprensibile, non solo perché Snowden è ormai diventato il suo alleato nella battaglia per la controinformazione, ma anche perché Sarah è stata, e forse è ancora, la sua compagna, innamorata, insomma girlfriend.
L’attenzione dei media internazionali si rivolge su di lei mentre la vicenda che la vede coprotagonista diventa sempre più intricata: ieri si è dapprima sparsa la voce che l’Ecuador avesse fornito un lasciapassare a Snowden, visto che gli Stati Uniti hanno cancellato il suo passaporto, e poi da Quito è giunta una smentita. Quindi il presidente Obama è intervenuto personalmente: «Non farò decollare l’aviazione per correre dietro a un hacker 29enne», ha dichiarato il capo della Casa Bianca, facendo capire che l’America dà la priorità ai suoi rapporti commerciali con Mosca e Pechino.
L’attesa nel limbo dell’aeroporto moscovita, finché la situazione non si sbloccherà, si protrae dunque anche per Sarah. Nata e cresciuta nel Kent, secondo l’Evening Standard che ieri le dedicava un paginone, avrebbe studiato scienze politiche e letteratura a Londra per poi cominciare a lavorare come ricercatrice per il Centre for Investigative Journalism e il Bureau of Investigative Journalism, due associazioni legate alla City University della capitale britannica. È in questa veste che nel 2010 conobbe Assange e da allora i due hanno fatto coppia fissa: Sarah lo visita regolarmente all’ambasciata dell’Ecuador, lo rappresenta nelle occasioni a cui lui non può partecipare ed ora è la sua “inviata speciale” nell’operazione per liberare Snowden.


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