by Sergio Segio | 5 Giugno 2013 6:18
E dichiarando guerra al cemento. «In dieci anni si è mangiato 200 mila di ettari di suolo agricolo — ha denunciato Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, che tiene a precisare come «ai 2 milioni 960 mila alberi piantati fra il 2010 e il 2011 bisogna aggiungere anche i 700 mila pioppi distribuiti sui 12 mila ettari destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili».
Numeri che gli consentono di ribadire il concetto: «Affermare cioè il fatto che il mondo agricolo si candida alla protezione dell’ambiente. Un connubio ormai inscindibile, per la sopravvivenza dell’uno e dell’altro». L’obiettivo è il rilancio globale di boschi, foreste, pianure. Le parole d’ordine sono biodiversità, conservazione della qualità del paesaggio, fissazione del carbonio, contenimento del dissesto del territorio, soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici e al rischio idrogeologico.
Sta succedendo che in montagna la foresta sgomita senza controllo mentre in pianura i boschi devono fare i conti con il cemento che avanza come un caterpillar, alleato per certi aspetti allo sviluppo intensivo dell’agricoltura. Le nuove macchine, i nuovi modelli di sfruttamento del territorio abbattono siepi e ostacoli naturali, cancellano microhabitat, vegetazione, fauna. Rubano cioè spazi preziosi al respiro dell’ambiente. «Quello che noi non vogliamo perché l’agricoltura moderna può non essere in conflitto con la natura, perché il conflitto si traduce alla lunga in un boomerang. Sono queste le buone ragioni che ci spingono a pagare un prezzo immediato: quello dell’investimento in piantumazioni ordinate e integrate. Vogliamo essere protagonisti di un nuovo equilibro della terra». Guidi parla come un ecologista, lui presidente della Confederazione generale degli agricoltori nazionali, facendo dei temi dell’ambiente una delle priorità della sua azione.
«Conviene parlarne bene ma conviene anche fare». Perché sullo stato della terra in Italia incombono numeri allarmanti: negli ultimi 90 anni si sono verificate oltre 5 mila grandi alluvioni e oltre 12 mila frane. «Riarredare la terra per ricambiare il clima». Pini, querce, lecci, aceri, faggi. Eccolo il nuovo arredo.
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