Idem, le deleghe distribuite agli ex colleghi pd

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ROMA — Aveva tre deleghe nelle sue mani la ministra Josefa Idem che si è dimessa lunedì scorso: le Pari opportunità, lo Sport, le Politiche giovanili. Ieri mattina il Consiglio dei ministri ha deciso di non nominare al suo posto un nuovo titolare di questo dicastero, ma di spacchettare invece le nomine e distribuirle fra alcuni ministeri già esistenti.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta lo aveva detto fin da subito che questa sarebbe stata la sua scelta, creando un po’ di amaro in bocca al Pdl che sul ministero lasciato libero dalla campionessa olimpionica ci aveva fatto più di un pensiero. Ma non c’è stato nulla da fare.

Probabilmente il desiderio del premier era proprio quello di non mettere una sola persona al posto di una ministra che si era dovuta dimettere perché travolta dalle polemiche.

E così le deleghe sono state distribuite fra tre ministri del Pd, con l’unica eccezione di quella dello Sport che, pur finita nelle mani del ministro degli Affari regionali Graziano Delrio, è stata un po’ condivisa con il sottosegretario Michaela Biancofiore.

Non è un nome qualsiasi quello di Michaela Biancofiore: prima dello Sport, infatti, aveva avuto fra le mani la delega alle Pari opportunità, ma poi il premier Enrico Letta gliel’aveva sottratta dopo un’intervista che aveva gettato scompiglio nel mondo omosessuale, perché giudicata omofoba.

Le Pari opportunità, invece, ieri sono tornate nello stesso dicastero dove avevano soggiornato durante il governo Monti, ovvero quello del Lavoro, nelle mani del viceministro Maria Cecilia Guerra. E le Politiche giovanili sono finite nel dicastero dell’Integrazione, quello guidato dalla ministra Cécile Kyenge.

Non è stata una scelta indolore quella dell’uscita di Josefa Idem dall’esecutivo. Il premier Enrico Letta lo ha voluto ribadire con chiarezza ieri mattina, quando ha annunciato lo spacchettamento delle deleghe: «L’intero Consiglio dei ministri, e io stesso personalmente, abbiamo espresso la personale vicinanza e la più forte solidarietà al ministro Josefa Idem».

È stata una voce del Pd, quella della deputata Michela Marzano, che si è levata per protestare contro questa decisione di spacchettare le deleghe e non nominare un nuovo ministro. Ha detto: «Al viceministro Cecilia Guerra va il mio augurio di buon lavoro e la mia stima, ma l’assenza di un ministro delle Pari opportunità all’interno del governo Letta è un segno di debolezza. Spiace che il presidente del Consiglio non abbia ascoltato gli appelli di numerose associazioni».

E infatti anche Roberta Mori, coordinatrice nazionale degli organismi regionali di parità, ieri ha espresso il suo rammarico. Non per la scelta di Cecilia Guerra, considerata donna «con un profilo di alta competenza», ma perché «non è stata colta fino in fondo la necessità e l’urgenza di attribuire piena cittadinanza e dignità nel governo del Paese alle politiche di parità in un ministero e con una titolarità all’uopo dedicati».

Alessandra Arachi


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