Grillo attacca ancora gli espulsi “Sentivano l’odore dei soldi”
RAGUSA — «È uno “scilipotismo dell’anima”, una cosa assolutamente fisiologica. Se ne sono andati in 3 su 163. Sono persone come le altre, cambiano idea, sentono odore di soldi. Sono giorni che i giornali parlano solo di questo: dissidenti, talebani. Mi hanno paragonato persino a Ceausescu, lo capite? Io come Ceausescu. Una follia, c’è troppo leaderismo in questo paese. Il nostro è un movimento autonomo, indipendente, che sta arrivando anche in altri paesi, sono venuti dalla Spagna, dalla Germania,dall’Inghilterra. Ma far entrare un movimento così dentro la struttura del parlamento è come far entrare un quadrato in un cerchio».
Alle sette del pomeriggio, con la polo grigia bagnata di sudore a 35 gradi all’ombra, Beppe Grillo, arringa la piccola folla («Non siete tanti, come mai?») in piedi su una sedia nel giardino pubblico di Villa Margherita. È venuto qui per sostenere Federico Piccitto, il candidato del Movimento cinque stelle impegnato domenica nel ballottaggio contro il candidato del Pd sostenuto anche da Pdl e Udc. «Ce li abbiamo tutti contro, qui come in Parlamento, ma il treno della rivoluzione passa ora o mai più», urla mentre dall’altra parte della città, in una sala banchetti, lo stato maggiore dei partiti, da Epifani a D’Alia a Crocetta, partecipa ad una manifestazione di sostegno all’altro candidato.
Non è un comizio elettorale quello di Grillo. È qui per rispondere alle domande della gente e non a quelle dei giornalisti contro i quali si lancia nella solita filippica. «Mi chiamamo epuratore, ma io non ho epurato proprio nessuno. I tre che se ne sono andati stanno ancora lì in parlamento, con il loro stipendio. Dimettersi o passare ad altri gruppi è una scelta loro, a me non interessa».
«Beppe, ma i 42 milioni di euro di finanziamento pubblico che avete rifiutato dove sono finiti?», gli chiede un sostenitore. E lui si accende in viso e risponde riprendendo quanto aveva lanciato in mattinata con un tweet: «Bravo, bella domanda, ma sai che non lo so? I partiti non mollano i soldi, quando inserisci i soldi perdi il senso della politica. Noi non siamo appetibili per chi non ha passione per la politica».
Ci sono giovani, donne e pensionati ad ascoltare Grillo, e sono in tanti a chiedergli di «uscire dal blog e andare in televisione». Lui prima protesta, li esorta ad entrare loro sul web, poi finisce con l’accettare la “sfida” e annuncia un’inversione di tendenza: «Io sono disposto anche ad andare in tv, anche su Rai 3, ma in diretta, alle mie condizioni. Adesso persone del Movimento 5 stelle preparate andranno in televisione, ma per non sentire più menzogne sul nostro conto, non per ampliare la platea». E poi c’è la Rai, «un patrimonio da salvaguardare». Con la presidenza della commissione di vigilanza «ci metteremo le mani dentro e cambieremo ma solo dopo avere cambiato la legge sul conflitto di interesse».
Ai ragusani Grillo promette: «Stanno tentando di metterci all’angolo in un parlamento dove c’è la criminalità organizzata. Ma finiranno presto. I partiti non esistono più, Berlusconi e Letta sono un ologramma. Al nano ormai conviene prendersi un elicottero. Tra cinque mesi avremo il 40 per cento».
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