Giornata Onu delle vittime tortura: troppe vittime e silenzio

by Sergio Segio | 24 Giugno 2013 17:02

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Roma – In occasione della Giornata Internazionale a Sostegno delle Vittime di Tortura, il Consiglio Italiano per i Rifugiati, organizza assieme alla campagna LasciateCIEntrare e Antigone un evento per denunciare la tortura comunque e ovunque, non solo come pratica diffusa in paesi lontani ma anche come fenomeno presente qui e ora, nei Centri di Identificazione ed Espulsione e nelle nostre carceri. L’Italia purtroppo non puo’ ancora dirsi libera dalla tortura: non ha introdotto la tortura come un reato specifico nel suo codice penale, nonostante l’obbligo direttamente derivante dalle Convezioni internazionali, e sono tanti, troppi, i fatti di cronaca che hanno raccontato drammatiche violenze esercitate volontariamente da uomini su altri uomini. Un tema di cui non si parla, e che non si affronta con la necessaria fermezza, nonostante la sua dimensione ancora cosi’ drammatica. Un taboo della parola, ma non purtroppo dei fatti. Secondo i dati di Amnesty International sono infatti 112 i paesi dove nel 2012 si e’ praticata la tortura o trattamenti inumani o degradanti. E un rifugiato su tre, tra quelli che arrivano nel nostro paese, ha personalmente subito esperienze di tortura.

“Di Untori e altri demoni” evento spettacolo che riunisce video, teatro e testimonianze lunedi’ 25 giugno 2013 al Teatro Palladium alle ore 20.30, ingresso libero. La serata prevede il monologo “La slegatura” di Erri De Luca per la campagna LasciateCIEntrare, la proiezione del webdoc “Inside Carceri” realizzato da Antigone e Next New Media, e la performance teatrale “Di Untori e Altri Demoni” – interpretata da un gruppo di 15 rifugiati sopravvissuti a esperienze di tortura e violenza estrema, che per 5 mesi hanno partecipato al laboratorio di riabilitazione psico-sociale promosso nell’ambito del progetto Together with Vi.To. – progetto di Accoglienza e Cura delle Vittime di Tortura del CIR. Formatori e registi Nube Sandoval e Bernardo Rey.

Nella serata e’ prevista anche la raccolta firme per l’iniziativa “Tre leggi per la giustizia e i diritti: tortura, carceri, droga” di cui Antigone e Consiglio Italiano per i Rifugiati sono tra i promotori. Tre proposte di legge popolare per l’introduzione del reato di tortura nel codice penale e per provvedimenti che possano contrastare il sovraffollamento carcerario.

Le vittime di tortura sono segnate da ferite e traumi che richiedono risposte specifiche, in grado di ricostruire cio’ che la violenza della tortura e dell’esilio hanno distrutto: la loro identita’ familiare, legale, economica, politica, culturale, sociale. Proprio per dare risposte a questi bisogni il Consiglio Italiano per i Rifugiati gestisce dal 1996 progetti (attualmente con il sostegno della Commissione Europea e del Fondo Volontario delle Nazioni Unite per le Vittime di Tortura) che mettono in atto azioni mirate alla riabilitazione delle persone sopravvissute a tortura. I progetti prevedono una prospettiva di lavoro multidisciplinare: gli interventi di tipo sociale, legale, medico, psicologico e i laboratori di riabilitazione si uniscono concorrendo alla realizzazione di un positivo percorso di riabilitazione e integrazione. Nel corso di 17 anni di lavoro abbiamo assistito circa 3.000 persone sopravvissute a torture. Attualmente il progetto ha in carico circa 600 nuclei familiari di richiedenti asilo e rifugiati sopravvissuti a tortura. La tortura mira alla distruzione dell’identita’ delle sue vittime e ha un effetto dirompente sulla psiche di chi la subisce, determinando veri e propri stati di frammentazione psichica.

Recuperare i frammenti per poter ricostruire una “storia che cura”, per integrare l’indicibile, e’ un processo difficile da compiere, ed e’ necessario uno spazio intermedio in cui sia possibile uno scambio simbolico. In questo spazio si colloca l’esperienza del laboratorio di riabilitazione psico-sociale attraverso il teatro, dove l’utilizzo delle metafore puo’ recuperare quei piccolissimi frammenti di vita umana rimasti impigliati nel silenzio. La possibilita’ di ricostruire una biografia e una identita’ spezzate si fonda su questo linguaggio metaforico, su parole, gesti, sonorita’ e ruoli che attraverso il teatro riescono a funzionare da ponti, da nicchie dove ricomporre la narrabilita’ dell’umana e disumana esperienza.

LO SPETTACOLO DI UNTORI E ALTRI DEMONI: “Di Untori e Altri Demoni”, e’ uno spettacolo a due binari, che si affiancano e si integrano fra loro. Da una parte la “Storia della Colonna Infame” in cui vengono narrati i fatti accaduti nel 1630, in una Milano che, devastata dalla peste, perseguitava tutti coloro ritenuti a torto o a ragione untori. Venivano cosi’ accusate, torturate e uccise, persone innocenti. E la persecuzione continuava dopo la morte: prima con la demolizione della casa e poi con l’erezione di una colonna, una colonna infame, come simbolo in grado di ricordare ai posteri la colpa, la condanna e la pena degli accusati. Dall’altra parte, ci sono gli “attori-rifugiati”, che in un binario parallelo, ci raccontano tratti della loro vita, dei loro sogni, delle loro frustrazioni e speranze al giorno d’oggi. Della loro fuga e della loro angoscia di essere ritenuti i nuovi untori.

(DIRE)

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