Cassa in deroga ancora senza soldi il Tesoro non sblocca il miliardo promesso
TORINO — I sindacati sospettano che il ritardo non sia casuale. E’ un fatto che il miliardo di euro promesso dal governo Letta per la cassa in deroga non si vede ancora. L’intoppo sembra essere nella burocrazia del ministero dell’Economia che, a diverse settimane dalla promulgazione del decreto e dalla ripartizione dei fondi tra le Regioni, non ha ancora firmato la distribuzione del denaro. Lasciando senza reddito centinaia di migliaia di persone in tutta Italia. Lungaggini dei funzionari di Saccomanni? Ieri, dal palco di piazza San Giovanni, la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, ha rivolto una domanda al governo: «Dopo l’annuncio per le risorse stanziate per la cassa in deroga, perché non si sbloccano le risorse disponibili?». Una possibile spiegazione, più di un sospetto se viene esplicitato dal palco di una manifestazione sindacale, è della stessa Camusso: «Se qualcuno pensa che non firmando per liberare le risorse necessarie non si richieda più la cig in deroga o non si facciano più accordi sulla mobi-lità, si sbaglia di grosso». Il ritardo, secondo questa interpretazione, non sarebbe dovuto a ragioni burocratiche ma a una sorta di intento educativo del Tesoro che facendo slittare i pagamenti ai cassintegrati intenderebbe costituire un deterrente per ulteriori richieste di cassa in deroga. Un braccio di ferro dietro le quinte, insomma, tra sindacati e governo.
Tatticismi che stridono con lo scenario di una drammatica situazione sociale. Riconosciuto dallo steso governo Letta che tra i primi provvedimenti dopo l’insediamento ha annunciato «un miliardo per la cassa in deroga».
Provvedimento accolto con favore da chi, senza la cassa, rischia il licenziamento. Ma quando si va a vedere che cosa è successo davvero dopo quell’annuncio, si scopre che la realtà è molto diversa. Innanzitutto per l’entità dello stanziamento: «Si è detto un miliardo ma in realtà i soldi a disposizione sono poco più della metà», spiega Gianfranco Simoncini, assessore al lavoro della Regione Toscana e coordinatore degli assessorati al lavoro delle Regioni italiane. Al miliardo originario vanno infatti tolti 170 milioni destinati a coprire i buchi della cassa in deroga relativa al 2012, i 40 milioni che vengono gestiti direttamente dal governo per la cassa delle aziende che hanno sede in più Regioni, e i 288 già destinati a coprire anticipi delle Regioni del Sud. Così del miliardo orginario rimangono a disposizione 550 milioni. A questi vanno aggiunti i 650 milioni stanziati il 24 dicembre scorso dal governo Monti e che, incredibilmente, sono stati trasferiti alle Regioni solo nelle ultime settimane. «Sono lungaggini intollerabili — fa osservare Claudio Treves che si occupa del dossier per la Cgil — soprattutto perché un ministero non può trattare la questione della cassa in deroga, che riguarda il reddito di centinaia di migliaia di persone, come una pratica qualsiasi ». Tempi lunghi e pochi soldi dunque. Fino ad oggi Monti e Letta hanno stanziato o promesso di stanziare 1,6 miliardi per la cassa in deroga del 2013. «Ma quei soldi — osserva Simoncini — servono a malapena a coprire le domande ricevute fino ad oggi. Tutte le richieste dei prossimi mesi sono senza copertura. Servirebbe almeno un altro miliardo per fronteggiare la situazione».
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