by Sergio Segio | 21 Giugno 2013 17:25
A Rio de Janeiro hanno manifestato almeno 300mila persone. Le proteste, cominciate in maniera pacifica, sono degenerate quando un gruppo di manifestanti ha provato ad avvicinarsi al municipio della città: la polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere la folla e ci sono stati almeno 62 feriti, alcuni gravi.
A Ribeirão Preto (315 chilometri da São Paulo) un ragazzo di 18 anni è morto mentre partecipava alle proteste, investito da un’automobile che cercava di passare in mezzo ai manifestanti. Nella città, spiega il quotidiano Folha de São Paulo[1], stavano protestando 25mila persone.
La presidente Dilma Rousseff ha annullato un viaggio ufficiale in Giappone e ha convocato una riunione d’emergenza del governo il 21 giugno.
La voce della maggioranza. “La maggioranza silenziosa dei brasiliani ha trovato la sua voce e ora Dilma Rousseff, che vuole essere rieletta nel 2014, deve dimostrare di saper ascoltare e rispondere alle richieste con concretezza ed empatia”, scrive il New York Times[2] in un editoriale che sottolinea che il Brasile è la settima potenza mondiale, ma è ancora ai primi posti per le disuguaglianze.
“I brasiliani hanno capito che dietro il mito pericoloso della nuova classe media e della crescita economica, c’è la vita reale dei lavoratori che è ancora molto difficile: sanità e istruzione non hanno risorse economiche, i trasporti sono costosi e fatiscenti, le città malsane, trafficate e violente”, scrive il sociologo brasiliano Ricardo Antunes sulla Folha[3].
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