Bolzaneto, la Cassazione conferma le 7 condanne e le 4 assoluzioni
Dopo 8 ore di camera di consiglio i giudici della quinta sezione penale della Cassazione hanno confermato le 7 condanne per le violenze nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001. I sette condannati sono sia agenti sia medici. I giudici hanno però assolto quattro persone, tutti facenti parte delle forze dell’ordine, i cui reati erano stati prescritti. La Cassazione ha poi confermato tutte le altre prescrizioni.NIENTE CARCERE – Nessuno degli imputati ritenuti responsabili dei fatti avvenuti alla caserma di Bolzaneto finirà in carcere, ma tutti (tranne quelli assolti) rischiano una sanzione disciplinare da parte della pubblica amministrazione. Le pene divenute oggi definitive sono per lo più coperte da indulto, ma anche coloro per i quali è stata dichiara la prescrizione del reato potrebbero finire sotto procedimento da parte dei ministeri di loro appartenenza. Gli imputati, infatti, sono poliziotti, carabinieri, agenti e medici della penitenziaria.
I FATTI – La caserma di Bolzaneto normalmente ospitava il reparto mobile, ma divenne il luogo dove avrebbero dovuto essere identificate le persone fermate e arrestate durante il G8 nel capoluogo ligure (tra il 19 e il 22 luglio del 2001). Vi furono portate 240 persone, secondo i dati ufficiali, oltre 500 secondo i testimoni. Diverse delle persone portate a Bolzaneto denunciarono percosse o torture di tipo psicologico, come la costrizione a rimanere immobili in piedi, la negazione del permesso di andare in bagno. Inoltre, almeno 300 degli arrestati riferirono di non aver potuto richiedere assistenza legale, o comunicare con i parenti.
IL REATO DI TORTURA – La Cassazione ha inoltre bocciato il ricorso della Procura di Genova che chiedeva di contestare agli imputati il reato di tortura, evitando così le prescrizioni. Come già era stato stabilito per la sentenza riguardo all’altra lugubre caserma di Genova, la Diaz, non è contemplato dal nostro ordinamento. Molti dei risarcimenti alle parti civili che erano stati accordati in secondo grado, sono stati cancellati o rinviati al giudizio civile.
L’APPELLO – I giudici venerdì erano chiamati a decidere se confermare o meno la sentenza con cui, il 5 marzo 2010, la Corte d’Appello di Genova aveva condannato solo 7 dei 44 imputati, dichiarando invece prescritti i reati per gli altri, pur riconoscendoli tutti responsabili civilmente. Attesa in particolare la decisione sui risarcimenti, stabiliti in secondo grado in favore delle vittime delle violenze, circa 150 le persone che si sono costituite parti civile. La Corte d’Appello di Genova dispose che tutti gli imputati debbano risarcire le vittime con circa 10 milioni di euro.
IL PRIMO GRADO – In primo grado si erano registrate 15 condanne e 30 assoluzioni, poiché secondo i giudici non vi era stata tortura ma solo abuso di autorità.
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