Primo rosso per Fininvest, ma il dividendo c’è lo stesso
MILANO — Fininvest chiude per la prima volta il bilancio in rosso. Ma il tesoretto messo da parte negli anni di vacche grasse dalla cassaforte di Arcore consente a Silvio Berlusconi e ai suoi cinque figli (a digiuno di dividendi da due anni) di staccarsi lo stesso una cedola di 93 milioni, destinata a rimpinguare le casse delle holding personali. Il Biscione ha pagato nel 2012 un conto salatissimo ai guai di Mediaset – costretta anche lei a registrare il primo passivo della sua storia – e alla decisione di fare pulizia in bilancio, svalutando i diritti tv del calcio e gli altri asset in difficoltà del gruppo. Il bilancio si è chiuso così con 285 milioni di perdita, dopo oneri di ristrutturazione e contabilizzazioni in passivo pari a circa 650 milioni. Senza le voci straordinarie, Fininvest sarebbe riuscita a dribblare la crisi archiviando l’esercizio con un attivo di 59,4 milioni. Non solo. Grazie alla buona generazione di cassa il debito della società si è ridotto di 200 milioni. E proprio a fronte di questi dati rassicuranti l’assemblea dei soci del 30 marzo scorso aveva già deciso di aprire i rubinetti degli utili non distribuiti negli anni scorsi (in “frigorifero” ci sono qualcosa come 1,7 miliardi di scorte) staccando l’assegno per i soci.
Il 2012 resta comunque un anno da dimenticare visto che né la tv né la Mondadori sono riuscite a staccare dividendi. Da qualche mese però il vento sembra essere cambiato, specie a Piazza Affari: i titoli Mediaset, dal giorno delle elezioni ad oggi, hanno raddoppiato il loro valore regalando all’ex premier un guadagno – ovviamente del tutto teorico – di quasi 700 milioni. Merito della ritrovata centralità politica del Cavaliere, rimasto al governo malgrado la sconfitta nelle urne, dice il tam tam di Borsa. Ma merito anche delle prime schiarite sul fronte pubblicitario, come ha messo nero su bianco ieri la banca d’affari svizzera Credit Suisse che ha promosso il titolo Mediaset con un prezzo obiettivo di 4,4 euro contro i 2,9 (+2,76 euro) della chiusura di ieri. Le tv del Biscione hanno chiuso il 2012 con un drammatico -19% di spot, cifra confermata nel primo trimestre di quest’anno. L’orizzonte però sembra un po’ più rosa: il secondo trimestre dovrebbe chiudersi con un calo a una cifra – ha anticipato Cs – e poi le cose dovrebbero ancora migliorare. A Cologno però nessuno abbassa la guardia. E mentre dietro le quinte continuano le trattative con Rupert Murdoch per studiare alleanze nella pay-tv (la strada è in salita per problemi di antitrust), il management guidato da Piersilvio Berlusconi continua a tagliare i costi che nel 2015 dovrebbero scendere di 300 milioni rispetto al 2012.
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