by Sergio Segio | 25 Giugno 2013 6:20
ROMA — Sugli F35 siamo alla votazione decisiva. Oggi in aula a Montecitorio arriva una mozione che impegna il governo a ridisegnare il modello di difesa e dire un «no» sostanziale all’acquisto degli Eurofighter. La mozione, presentata ieri da Sel, ha ottenuto l’appoggio del Movimento 5 Stelle, di alcuni montiani, ma soprattutto di una cospicua parte del Pd. Per questo si è lavorato ieri fino a tardi, nel partito di Guglielmo Epifani, per trovare una mediazione che evitasse la spaccatura.
L’idea era quella di una nuova mozione che prevedesse uno stop agli F35, ma piccolo, piccolo. Ovvero la sospensione temporanea del pagamento degli F35 e l’avvio di un’indagine conoscitiva per approfondire i pro e i contro dell’acquisto degli F35. Un’ipotesi che, nel corso del pomeriggio, sembrava aver messo d’accordo tutti. Ma alla riunione di ieri sera la parte relativa alla sospensione sembrava sfumata e sulla mozione restava solo l’indagine conoscitiva. Ipotesi troppo «morbida» per l’ala «pacifista».
Il voto di oggi, dunque, in assenza di una mozione diversa, rischia di vedere la maggioranza sconfitta. «I numeri ci sono», come twittava ieri Nichi Vendola (Sel), mentre in piazza Montecitorio partecipava ad una manifestazione, organizzata dai grillini, con slogan che scandivano: «Più soldi per scuole e ospedali e meno per spese militari». E ricordavano le parole di Bersani («La nostra priorità non sono i caccia»). Invitando il governo a usare quei fondi, valutati in 14 miliardi di euro, per scongiurare gli aumenti Imu e Iva, e finanziare la cassa integrazione e il reddito di cittadinanza.
Il ministro della Difesa, Mario Mauro, uscendo dall’aula ha assicurato: «Sono certo che governo e Parlamento insieme sapranno garantire la pace promuovendo un efficiente livello delle nostre forze armate». Ma gli stessi montiani parlavano di quella di Sel come «mozione condivisa».
Ma è la posizione del partito di Guglielmo Epifani che sarà decisiva. Alla Camera può contare su 293 deputati. La mozione sullo stop ai caccia contava ieri su Sel (36 deputati), M5S (109) e 2 montiani. Almeno 16 democrat erano pronti a votarla. Pippo Civati, tra questi, spiegava: «Stiamo cercando di evitare la spaccatura. Questi aerei non servono, non li vuole nessuno, non abbiamo sottoscritto nessun impegno a comprarli e potremmo sospendere il programma quando vogliamo senza pagare penali». In piazza, accanto a lui, Francesco Vignarca di Retedisarmo: «La stima di 14 miliardi tiene conto solo del costo degli aerei e della fase di sviluppo e di assemblaggio. Ma il resto, dalla manutenzione in poi, farebbe salire a 52 miliardi lo spreco. Fermiamolo».
Virginia Piccolillo
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