Idem va da Letta e si dimette «Avevo deciso da giorni»

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ROMA —La notizia vola di monitor in monitor, alle sette e mezza di sera: Josefa Idem si è dimessa. La ministra per lo Sport e le Pari opportunità ha lasciato ieri il suo incarico dopo un incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Enrico Letta. Non si è trovata un’altra strada per quello scandalo che nell’ultima settimana l’aveva letteralmente travolta senza lasciarle tregua. Finisce così la rapida ascesa in politica di una stella del nostro sport nazionale.

Finisce dopo oltre un’ora di colloquio faccia a faccia con l’uomo che l’aveva voluta nel suo esecutivo e che davanti alla sua decisione di dimettersi non ha esitato a ribadire: «Sono convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Idem e per i quali l’ho scelta e le ho chiesto di entrare a far parte del governo».

Enrico Letta ha quindi spiegato che non nominerà un nuovo ministro al posto di Josefa Idem, posto sul quale era già stata messa un’ipoteca da parte del Pdl. Ma il premier ha deciso invece di redistribuire le deleghe fra gli altri ministri. Lo ha spiegato lui stesso in una nota, ieri sera: «Ho informato il presidente della Repubblica delle dimissioni del ministro Idem, una scelta irrevocabile, e della mia volontà di comunicare al prossimo Consiglio dei ministri la redistribuzione delle sue deleghe all’interno dello stesso Consiglio».

Non è stato semplice arrivare a queste dimissioni. Per evitarle la ministra Idem aveva portato strenuamente avanti una battaglia rivendicando la sua onestà e la sua estraneità ai fatti.

Josefa Idem è stata accusata di evasione fiscale (di non aver cioè pagato l’Ici e l’Imu), di aver fatto pagare i corsi in una palestra dichiarata soltanto come abitazione, di aver fatto abusi edilizi, di essere stata assunta da sua marito in maniera non regolare.

La ministra ha respinto indietro molte di queste accuse, qualcuna invece l’ha ammessa (una sanatoria edilizia costruita male) e per questa ha chiesto scusa e ha spiegato: «Ho sbagliato, sono onesta ma non infallibile. Sanerò quello che c’è da sanare». E in un primo momento sembrava anche finita così.

In un primo momento anche il presidente del Consiglio Letta aveva espresso la sua fiducia davanti all’affermazione della ministra. Si era fidato che Josefa Idem potesse essere realmente in grado di sanare i suoi errori e non soltanto dal punto di vista economico. Ma così non è stato.

La pressione delle polemiche contro la campionessa di canoa otto volte olimpica non ha mai smesso di salire in quest’ultima settimana. Ogni giorno sono venuti fuori nuovi dettagli, veri o presunti, e i veleni e i sospetti si sono sovrapposti agli errori reali e non è più stato possibile separarli.

La fine annunciata alle sette mezza di ieri sera, con un comunicato: «Come ministra ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del gioco, la persona Josefa Idem invece si sarebbe già dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda. Confermo quindi le dimissioni che avevo deciso da giorni augurando buon lavoro al presidente del Consiglio Enrico Letta al quale rinnovo la mia più profonda stima».


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