L’Antitrust: Rc auto più cara d’Europa

by Sergio Segio | 19 Giugno 2013 7:49

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ROMA — «In molti settori dell’economia italiana si registra un livello di concorrenza non ancora soddisfacente e i prezzi pagati dai consumatori tendono irrimediabilmente a salire. In questa ipotesi sembra rientrare il mercato delle assicurazioni». Non è certo la prima volta che l’Antitrust si occupa di Rc auto. Solo quattro mesi fa l’Autorità garante per la concorrenza ha chiuso quell’indagine conoscitiva che ricordava come il «premio medio sia in Italia più del doppio di quello di quello pagato in Francia e in Portogallo, superi quello tedesco dell’80% e quello olandese di quasi il 70%». Ma ieri il presidente Giovanni Pitruzzella ha ripetuto il suo appello per una «indispensabile» riforma del settore direttamente in Parlamento, dove ha presentato la relazione annuale.

Nello stesso giorno l’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, mette in fila altri numeri poco virtuosi. Tra aprile 2012 e aprile 2013 la tariffa Rc auto è salita in particolare per le donne, con un picco del +12% per le neopatentate. Mentre per i coetanei maschi si registra una flessione del 6,4%. Un’apparente discriminazione al contrario che arriva dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che ha bocciato le polizze agevolate per le donne, che pagavano meno perché considerate più prudenti. A fare i conti più in generale sono Adusbef e Federconsumatori: tra il 1994 e il 2012 il premio medio è passato da 391 a 1.350 euro. Mentre il Codacons ricorda come, tra crisi e polizze care, le stime Aci parlano di 4 milioni di auto che circolano senza tagliando.

Non solo assicurazioni, naturalmente. Nella sua relazione Pitruzzella ha toccato anche altri punti importanti. L’energia, dove tra consumi in calo e diffusione delle rinnovabili c’è il rischio che il «mercato torni a concentrarsi» con aumenti dei prezzi «assai probabili». La telefonia, con il «grande interesse» per la decisione di Telecom di scorporare la rete della società, un passaggio molto apprezzato dai competitor Vodafone e Wind. Il settore bancario, che «costituisce una priorità di intervento» per la tutela dei consumatori. E ancora Internet, che rappresenta una «grande opportunità di sviluppo» ma ha bisogno di regole per la «tutela dei diritti di chi produce contenuti», sul modello dell’accordo tra Google e gli editori francesi. Nel settore dei trasporti Pitruzzella ha detto come «l’avvio dell’operatività dell’Autorità di settore non sia più rinviabile», incassando la promessa del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi: «Spero che entro l’estate presenteremo la terna dei nomi per la sua costituzione». Di numeri e richiami ce ne sarebbero ancora, come le sanzioni per 182 milioni di euro distribuite negli ultimi 17 mesi. Ma anche la cornice conta. E in linea con i tempi, il presidente dell’Antitrust ha scelto stavolta un taglio sociale: «Con la crisi — dice — la concorrenza diventa centrale non solo per la crescita ma anche perché è una leva per ridurre le diseguaglianze». Non a caso sulla prima pagina della relazione viene citato Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia che ha appoggiato Occupy Wall Street: «Ci sono due modi per arricchirsi: creare ricchezza o toglierla agli altri. Il primo aggiunge qualcosa alla società, il secondo di solito sottrae».

Lorenzo Salvia

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