Bersani in pressing su Guglielmo “Ci ripensi, è perfetto per la segreteria”

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ROMA — È Guglielmo Epifani il candidato su cui puntano i bersaniani per affrontare il congresso del Pd. Il segretario ha detto pubblicamente che non si presenterà al termine del mandato di transizione. Questo gli sta consentendo di svolgere in maniera perfetta il ruolo di garante delle mille anime democratiche, di essere considerato un punto di riferimento anche dai renziani come dimostra la conclusione del confronto sulla commissione del congresso. Ma a settembre le cose possono cambiare. Già prima dell’estate, la probabile candidatura di Matteo Renzi rimescolerà le carte e sarà vissuta come un tana libera tutti autorizzando ripensamenti clamorosi. Il pressing di Pier Luigi Bersani sull’attuale leader di Largo del Nazareno è per il momento discreto e sotto traccia. Però si prepara a diventare più insistente.
La vera incognita per la corsa di Epifani e per le mosse dei bersaniani rimane la posizione di Enrico Letta. L’attuale segretario accetterebbe un cambio di rotta solo in accordo con il premier. Non un sostegno esplicito perché Letta da Palazzo Chigi manterrà la sua neutralità, ma nemmeno un veto o peggio ancora una scelta di campo a favore del sindaco di Firenze. Comunque, il presidente del Consiglio sarà della partita con la sua corrente. Basterà vedere come si schierano i lettiani per capire il pensiero del loro leader. «Cosa fanno Letta e Franceschini? La loro scelta è determinante», ripete Bersani ai suoi interlocutori. Domani la componente dell’ex segretario tornerà a riunirsi a Roma cominciando ad affrontare il problema del nome da presentare al congresso.
Nella squadra di Bersani si pensa alle alternative. Nicola Zingaretti, che però ha detto un no netto. E Roberto Speranza, impegnato in questi giorni a gestire un altro tipo di pressioni. Dalla Basilicata, la sua regione, gli chiedono di correre per la carica di governatore dopo lo scandalo che ha travolto la giunta di centrosinistra. Il capogruppo sarebbe l’unico in grado di salvare la baracca. Così resta Epifani, certamente non una seconda scelta. Ha il «profilo giusto» per rappresentare il territorio di sinistra disegnato in maniera evidente nel documento programmatico di Bersani. Nessuno del resto crede all’ipotesi del patto di non belligeranza Letta-Renzi. «Se Berlusconi stacca la spina al governo — spiega un deputato bersaniano — come si fa ad escludere Enrico dalla corsa per Palazzo Chigi? È impossibile. No, l’accordo tra Matteo e il premier non reggerebbe un solo minuto. I loro percorsi sono destinati a scontrarsi».
È un argomento forte su cui Letta comincerà a ragionare appena sarà più chiara la cornice del congresso. Anche Gianni Cuperlo aspetta di conoscere la
mossa di Renzi. Pippo Civati invece correrà sicuramente «anche se fanno votare soltanto quelli che si chiamano Guglielmo », scherza riferendosi alla polemica sulle primarie aperte. «La spazio politico c’è», dice Civati. Quello a sinistra delle larghe intese, quello su cui lavora Fabrizio Barca che nel suo tour per i circoli non nasconde la simpatia, ricambiata, per il deputato lombardo. L’ex ministro, non a caso, aprirà la convention civatiana a luglio. Civati spera persino nel colpo grosso: il sostegno di Romano Prodi. Lo aiuta la sua battaglia ormai solitaria per far venire allo scoperto i 101 franchi tiratori del voto per il Quirinale.


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