Renzi: c’è la tentazione di far saltare il tavolo del Pd

Loading

ROMA — «Che l’ex segretario del Pd convochi gli ex Ds, mi lascia, sinceramente, abbastanza indifferente. Io non voglio pensare agli ex, all’ex segretario, al vecchio… Io voglio guardare al presente, andare avanti…». Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, è sempre al centro dell’arena del Pd e nell’ipotesi (ancora non esplicitata) che abbia davvero intenzione di fare il segretario del partito torna a menare fendenti contro quella classe politica che lui intendeva e intende rottamare. Tanto da presentarsi davanti ai microfoni del Tg2 e dichiarare: «La tentazione di buttare all’aria il tavolo del Pd? Sì, a volte c’è ma c’è anche un antidoto, occuparsi di cose concrete. Spero che il Pd apra le finestre e faccia entrare aria e gente nuova». Come dire, con le primarie che escludono il popolo del Pd invece di includerlo Renzi non ci ricasca.
Renzi, dunque, si mostra assai preoccupato da quello che sta succedendo all’interno del Pd: «Penso alle correnti e agli spifferi» che rischiano di mettere di nuovo in ginocchio il partito. E un avvertimento arriva anche sulla melma in cui rischia di sprofondare ogni tentativo di fare una nuova legge elettorale: «Spero che il governo ce la faccia, anche perché se non lo facesse perderebbe la grande occasione che gli ha dato il presidente Napolitano, che ha detto: “Andate avanti, governo e Parlamento, per fare molte cose, lavoro ai giovani, semplificazione e una legge elettorale” con cui, semplicemente, si sappia chi vince e chi perde. Come in tutto il mondo».
In vista della rivoluzione di autunno, quando il Pd proverà a cambiare leadership e classe dirigente, i movimenti di truppe al Nazareno e dintorni si sono intensificati. Dopo i bersaniani (il «correntone» anti Renzi), i 40 ex bersaniani che invece chiedono di stoppare le liti e di parlare più di contenuti, ecco comparire all’orizzonte — a difesa del fortino in cui si è arroccato il sindaco di Firenze — la cavalleria veltroniana e il battaglione, sempre più numeroso, dei franceschiniani. A Walter Veltroni e a Dario Franceschini («No a regole contro il sindaco») non è piaciuto il tentativo di costruire l’ennesimo «cordone sanitario» intorno a Renzi per rendergli la vita difficile sulla strada della segreteria e, soprattutto, su quella che porta a Palazzo Chigi.
Il nodo da sciogliere è sempre quello delle regole statutarie che riguardano la coincidenza, ormai scardinata, tra la figura del segretario con quella del candidato premier. Infatti Veltroni mette in chiaro che le regole interne attualmente adottate dal Pd vanno benissimo: «Se non si cambia statuto, ha senso che Renzi sia candidato». Non è passata inosservata, poi, la battuta perfida di Pier Luigi Bersani su Flavio Briatore che ha di recente cenato con Renzi: «Può votare anche lui alle primarie, per carità… Si iscrive a un circolo del Pd e poi vota…». Stizzita la replica dell’imprenditore fondatore del Billionaire: «Io modello negativo? Ma se Bersani perde sempre. Bersani e Veltroni sono quelli che perdono sempre».
Ma Veltroni passa oltre e si concede anche di offrire un paio di consigli al sindaco di Firenze in vista della tappa decisiva della sua lunga marcia verso Roma. Uno: «Solo con le battute non si convincono gli elettori». Due: «Caro Matteo devi concentrarti sulla politica perché se entri nelle dinamiche interne rischi di essere triturato come è capitato anche a me che sono stato abbattuto dal fuoco amico». Altri consigli a Renzi, poi, arrivano da Massimo D’Alema che gli suggerisce di esporsi con più prudenza sulla ribalta mediatica.
Renzi, a questo punto, è come un giocatore pronto per scendere in campo con la fascia da capitano (dopo un riscaldamento infinito) che viene consigliato e stimolato da tutte le vecchie glorie del campionato della sinistra.


Related Articles

I medici si rivoltano contro la «fase 2» di Fontana in Lombardia

Loading

Fuori fase. «Rischia di essere caotica come la fase 1. Prevenzione e igiene inadeguati»

Pene più severe e falso in bilancio Primo sì alla legge anticorruzione

Loading

Via libera al Senato. La maggioranza ha rischiato in un paio di votazioni

Tasse, pensioni e licenziamenti il piano Tremonti divide il governo

Loading

Scontro nella notte, forse oggi il decreto. L’idea di un videomessaggio. Il ministro: la Bce chiede misure drastiche. Pareggio di bilancio nella Costituzione 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment