Fico alla Vigilanza Rai: «Il canone? Pagherò»

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ROMA — La maggioranza delle larghe intese (Pd, Pdl, Sc) esce decisamente rafforzata anche dall’ultima tornata di nomine per le giunte e le commissioni bicamerali.
Alla guida del Comitato di controllo per i servizi segreti (Copasir) va il leghista Giacomo Stucchi, un maroniano di ferro, che ha già usato toni più che rassicuranti («Non sarò un uomo solo al comando») e che comunque è marcato stretto da un vice presidente di grande esperienza, Giuseppe Esposito (Pdl), e dalla squadra del Pd: il capogruppo Roberto Speranza, l’ex pm Felice Casson (segretario) e Rosa Villecco Calipari che fino al 2006 è stata dirigente della presidenza del Consiglio con incarichi nella struttura dell’intelligence. Tra i 6 voti ottenuti da Stucchi c’era anche quello di Lorenzo Dellai (Scelta civica) mentre i grillini hanno votato in casa per Vito Crimi (M5S) lasciando da solo il candidato di Sel, Claudio Fava.
Il secondo punto la maggioranza lo ha guadagnato con la nomina di Dario Stefano (Sel), ha avuto 19 voti su 23, alla guida della giunta per le Immunità e le Elezioni del Senato che presto potrebbe occuparsi dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi per conflitto di interessi: «È un tema molto delicato che va affrontato con molta attenzione e, soprattutto, rispettando tutti i passaggi previsti dal regolamento». Così Stefano — che è stato assessore all’Agricoltura nella giunta Vendola ma ha rapporti stretti anche con Pier Ferdinando Casini — ha lasciato intendere che ci vorranno mesi: «C’è una leggenda che attribuisce al presidente la facoltà di schiacciare un tasto come nei videogame, ma io sono qui per coordinare il lavoro di altri 22 colleghi». Conferma l’ex magistrato Giacomo Caliendo (Pdl) che è stato eletto vicepresidente insieme a Stefania Pezzopane (Pd): toccherà a uno dei due vice guidare il comitato sulla verifica dei poteri che, eventualmente, sarà chiamato a fare un passo sull’ineleggibilità di Berlusconi. A quel punto, il comitato farà la sua proposta alla giunta che a sua volta deciderà se aprire formalmente il procedimento giurisdizionale (un vero dibattimento) sull’ineleggibilità di Berlusconi in relazione al conflitto di interessi.
Il terzo fronte è quello della Vigilanza Rai dove, grazie ai voti della maggioranza, è stato eletto Roberto Fico (M5S) che poi, in una conferenza stampa, si è mostrato battagliero ma non particolarmente graffiante. Fico ha detto di voler sottrarre la Rai al controllo dei partiti, di non aver una opinione sulle troupe della Rai cacciate in malo modo da Grillo («Fu lui, negli anni 80, a essere cacciato dalla Rai dai socialisti…») e di volersi avvalere di uno staff di eccellenze. Poi, però, a domanda, Fico ha invitato gli italiani a pagare il canone, assicurando che lui lo ha pagato (o almeno lo hanno «pagato a casa» per lui) pur avendo girato tra la Finlandia e altre sedi universitarie: «E ora lo pagherò per la casa a Roma….». Poi Grillo ha suonato la carica: «La Rai perde 200 milioni l’anno, ha 13 mila dipendenti e la maggior parte dei prodotti li fa fuori. Ora sono terrorizzati perché andremo a vedere tutto». In Vigilanza entra anche Maurizio Rossi (Sc) che ha fondato «Liguria Primocanale» e che giura di aver risolto il conflitto di interessi con «il primo blind trust effettivo». Le votazioni, comunque, hanno lasciato una scia di polemiche. Il vendoliano Claudio Fava, ex parlamentare europeo molto attivo sul tema del controllo dei servizi, ha perso la sua battaglia al Copasir perché lasciato solo: anche se, ora, il Pd sostiene che senza i tre voti del M5S non ce l’avrebbe mai fatta. Infine, Matteo Renzi non è riuscito ad imporre il suo candidato, Luca Lotti, nel Copasir. Il renziano è stato fermato davanti a Rosa Calipari: un’esperta che nel 2007 ha pure contribuito a scrivere la riforma dei servizi segreti.


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