Grillo, gogna per la tv faziosa Scoppia il caso «olio di ricino»
MILANO — Il nemico pubblico dichiarato: la televisione. Il clima sempre lo stesso. E si riassume bene in una battuta lanciata durante un comizio elettorale, a Grammichele, nel catanese: «Quel cameraman in alto di quale televisione è? È la nostra? Allora puoi stare…». Beppe Grillo non placa la campagna contro l’informazione. Anzi, dopo gli attacchi dei giorni scorsi, rilancia. «Il sondaggio di oggi vuole assegnare il microfono di legno alla rete più faziosa, al direttore di rete più schierato, al conduttore di talk show più in mala fede. A voi il giudizio», scrive sul blog. Nel mirino i canali Rai, Mediaset, La 7 e Sky Tg24 (in serata, l’emittente «bollata» dal blog era Rete4 con il 38% dei voti e il conduttore Bruno Vespa, davanti a Barbara D’Urso, ndr).
Il leader Cinque Stelle, dal palco, ne ha per tutti. Si scaglia contro l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, originario della zona: «Se suo padre avesse avuto un preservativo evitavamo di fare campagne politiche e di rifare la Sicilia». Contro la gestione dei fondi per il terremoto in Abruzzo: «Un terzo dei soldi investiti all’Aquila sono andati a una azienda che fa gabinetti: non avranno le case, ma almeno c…. benissimo». E si lancia in un’analisi «Non vogliono andare a votare presto perché ci sono le elezioni europee e può succedere che possiamo vincere le elezioni noi, e allora a fare il presidente del parlamento europeo ci vado io… E io ci andrei e chiamerei la Merkel…».
Anche in Parlamento, a tenere banco è una frase contro i media. «A certi giornalisti darei l’olio di ricino», dice — secondo quanto riportano le agenzie di stampa — la deputata Laura Castelli. Che poi però precisa. «Chi accusa non ha sentito il dibattito in aula. Il consigliere della Lega Nord, Allasia, riferendosi ai manifestanti no tav ha detto: “Forse vi servirebbe un po’ di olio di ricino per capire” — smentisce a Radio24 —. Nel mio discorso ho ripreso l’olio di ricino citando un articolo riportato dalle cronache di Torino in cui il ministro stava inaugurando il cantiere della Maddalena, in cui parlava della mafia nelle grandi opere. Io ho detto: a questi attori andrebbe l’olio di ricino, agli attori». Ieri, a Montecitorio si è conclusa l’era Lombardi. Dopo tre mesi, come da programma, è scattato l’avvicendamento per il capogruppo (non ancora al Senato, che si muoverà con tempi diversi): Roberta Lombardi lascia il ruolo a Riccardo Nuti. «Non è stato facile entrare nel palazzo e gestire sotto tutti gli aspetti la nascita di un gruppo parlamentare così numeroso e su cui milioni di cittadini hanno riposto la propria fiducia», ha dichiarato la deputata.
Intanto, continuano le voci su malumori in seno al partito. Alcuni deputati sentirebbero come troppo ingombrante la presenza del leader e preferirebbero che facesse «un passo di lato». Sul tavolo delle ipotesi, per far recuperare visibilità a deputati e senatori, anche la possibilità che Grillo presti per un mese il blog ai parlamentari.
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