“Si è spezzato il rapporto con la base ora discussione vera o non c’è futuro”

by Sergio Segio | 1 Maggio 2013 15:56

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ROMA â€” Onorevole Epifani, disponibile ad assumere il ruolo di reggente nel Pd?

«Se ne parla molto nei giornali ma non c’è nulla di concreto. Sono un semplice parlamentare, uno dei tanti pronto a dare una mano a rigenerare il Pd. Un partito molto scosso, che se non cambia rischia di avere poco futuro».
E come cambiare? Che ruolo dovrà  avere il Pd rispetto al governo Letta?
«La difficoltà  sta proprio nel fatto che il cambiamento dovrà  avvenire in contemporanea con un profilo di governo che ci vede coinvolti in prima persona. Da una parte il Pd non potrà  che sostenere con lealtà  l’esecutivo, dall’altra dovrà  per forza mantenere un nuovo radicamento nel tessuto sociale del paese. Perché quello che si è consumato è proprio il rapporto tra insediamenti sociali, circoli, giovani e i luoghi della decisione. E’ questa frattura che va ricomposta».
Partito di lotta e di governo?
«Una vecchia espressione, quando c’era un partito forte, disciplinato, organizzato. Ora è diverso. Diciamo che accanto ad un
sostegno pieno all’azione del governo serve un Pd molto presente dove la crisi sociale lo richiede di più. Ci sono due aspetti nel cambiamento del Pd. C’è un profilo organizzativo, perché ci sono molte cose da riformare. Ma, prima ancora, con una discussione anche molto esplicita, dobbiamo recuperare il senso dello stare assieme, la missione di questa nostra comunità ».
Il Pd ha vissuto giornate sull’orlo della scissione.
«E’ scoppiata una tensione che covava da tempo, in un certo senso inevitabile in un partito molto grande, con varie posizioni politiche» .
Però con Marini e Prodi si è tramato nell’ombra.
«Episodi gravi, non bisogna essere indulgenti con noi stessi. Ma nessun intervento disciplinare può risolvere la questione se non si ritrova appunto il senso della nostra missione. Non solo rispetto al partito ma rispetto al paese. Il Pd è forse l’unico partito non personale, gerarchico, populista oggi in Italia. Insomma, un partito europeo».
Il Pd si rinnova andando più a sinistra, come chiede il suo predecessore alla Cgil Cofferati?
«Non dobbiamo smarrire l’esigenza di pensare in grande per il Pd. Occupa uno spazio molto vasto, dove convivono una cultura di sinistra, matura, europea, e culture democratiche in senso ampio. E’ questa la scommessa. Non abbiamo bisogno di scissioni, di ritrovarci con due piccole formazioni politiche. Sarebbero inevitabilmente subalterne ad altre forze».
L’alleanza con Berlusconi ha sollevato sconcerto nel partito.
«Non c’è dubbio, anche se io penso che il governo Letta è l’unica soluzione possibile. Però dobbiamo spiegarlo. Quando si va in giro e si discute magari le posizioni possono anche restare diverse ma vedo che il filo si ristabilisce».
Oggi, onorevole Epifani, è il suo primo 1° Maggio da parlamentare.
«Sì, e da semplice parlamentare sarò a Napoli, perché mi hanno molto colpito le parole del cardinale Sepe: c’è molto poco da festeggiare il 1° Maggio oggi in Italia ».

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