Rinvio dell’Imu, il decreto slitta a mercoledì

by Sergio Segio | 11 Maggio 2013 8:21

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ROMA — Dopo la fallimentare riunione del consiglio dei ministri di giovedì che non è riuscito a varare il decreto legge su Imu e cassa integrazione, il premier Enrico Letta ha riunito in un vertice diversi ministri e i capigruppo della maggioranza alla Camera e al Senato per rimettere sui binari il treno del governo che rischia di deragliare ancor prima di partire. Nella riunione Letta ha delineato un percorso in più tappe: domani e dopodomani il ritiro dell’intera squadra di governo nell’abbazia di Spineto, vicino Siena; poi, quasi certamente mercoledì, il consiglio dei ministri per sospendere il pagamento della prima rata dell’Imu sulla prima casa e il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga; infine la messa a punto dei provvedimenti strutturali, dalla riforma della tassazione sulla casa alle misure per l’occupazione giovanile, che dovranno vedere la luce nei primi cento giorni del governo. Al vertice di ieri, per l’esecutivo hanno partecipato, oltre allo stesso Letta, il vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano, i ministri Fabrizio Saccomanni (Economia), Enrico Giovannini (Lavoro) Dario Franceschini (Rapporti col Parlamento), Enzo Moavero (Affari europei), Gaetano Quagliariello (Riforme).
Mettere a punto l’agenda di governo non è affatto semplice. Letta si muove su un sentiero molto stretto, tra spinte contrapposte di Pd e Pdl e con l’esigenza di ottenere dall’Europa l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo mentre tra misure urgenti (ieri la Cgil ha chiesto nuovamente la proroga dei precari del pubblico impiego) e strutturali (secondo il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, è necessario anche rivedere la riforma che «ha innalzato per tutti l’età  pensionabile») si profilano interventi che se non adeguatamente coperti farebbero certamente sfondare quest’anno il tetto del 3% di indebitamento. Il presidente del Consiglio, dopo l’inutile consiglio dei ministri di giovedì, ha deciso di rafforzare il coordinamento con la maggioranza. Ma ci sono ancora importanti scogli da superare, in particolare sull’Imu. Il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, raccoglie la richiesta delle imprese, dicendo che l’Imu dovrebbe essere tolta anche dai capannoni, perché se sono uno strumento d’impresa, «è giusto che non si paghi». Ma subito aggiunge che bisogna «vedere i numeri», cioè verificare se si può fare senza far saltare i conti.
Per fortuna segnali incoraggianti arrivano dai mercati dove ieri il Tesoro ha fatto il pieno assegnando tutti i 10 miliardi di euro di Bot in asta, con il tasso sui titoli a un anno sceso allo 0,703% dallo 0,922% di aprile, il minimo dalla nascita dell’euro. Se il Tesoro continuasse a finanziarsi a tassi così bassi, dicono gli esperti, potrebbe risparmiare quest’anno circa un miliardo. E un segnale positivo per il governo viene anche dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che ieri dopo l’incontro a Roma con il presidente del Consiglio, ha espresso un forte sostegno all’esecutivo: «In Europa abbiamo bisogno di un’Italia stabile, molto stabile, per questo auguro tutto il successo possibile a Enrico Letta». Schulz ha inoltre auspicato che il Consiglio europeo di giugno «decida di anticipare lo stanziamento da sei miliardi di euro per l’occupazione giovanile», fondi che tornerebbero molto utili anche all’Italia.
Nel vertice di ieri mattina non si è discusso solo di economia ma anche di riforme istituzionali. Entro l’estate il governo vuole che questo capitolo sia avviato. Se debba essere il Parlamento attraverso le commissioni permanenti oppure se toccherà  a una speciale Convenzione occuparsi di ridisegnare la costituzione e la legge elettorale, è un problema che sarà  discusso a Spineto, ha detto Quagliarello. Di sicuro, ha detto il capogruppo di Scelta civica alla Camera, Lorenzo Dellai, «il governo non presenterà  un proprio disegno di legge, ma si limiterà  a fare da stimolo» perché, come ha detto Letta introducendo la riunione, sulle riforme istituzionali «siamo a un punto di non ritorno».

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