Riforme, nasce il Comitato dei 40 Nessun riferimento alla legge elettorale
ROMA — Non si accenna alla «clausola di salvaguardia» per mettere in sicurezza il Porcellum in odore di incostituzionalità , ma il «Comitato dei 40», la Bicamerale che dovrà ridisegnare la Costituzione nella parte che riguarda la forma dello Stato e quella del governo, abolendo anche il bicameralismo paritario, dovrà «rispecchiare la proporzione tra i gruppi tenendo conto della loro rappresentanza e dei voti raccolti alle politiche». Questo è il compromesso tra le forze politiche che sostengono il governo di larghe intese sulla mozione che verrà esaminata e posta in votazione oggi in entrambi le Camere. Compromesso perché il Pd voleva la totale abrogazione dell’attuale sistema elettorale, mentre per il Pdl i ritocchi dovevano essere minimi e la rappresentanza nella Bicamerale solo su base proporzionale. Il testo rappresenta così il punto di equilibrio possibile tra posizioni al momento difficilmente componibili. Alla stesura si è arrivati al termine di una giornata intensa, nel corso della quale si sono susseguite riunioni della stessa maggioranza e dei gruppi parlamentari che la compongono. Nel documento scompare ogni riferimento alla legge elettorale se non che dovrà essere «coerente e contestuale con le riforme», benché in caso di emergenza non si escluda di intervenire in maniera «ampiamente condivisa». Per mettere al riparo la navigazione dell’esecutivo si è trovata una soluzione che scontenta Pd e Pdl. Roberto Giachetti (Pd) presenta una mozione sottoscritta da un centinaio di deputati per il ripristino del Mattarellum, il vecchio sistema. Nel Pdl, alcuni (Denis Verdini, Daniela Santanché, Raffaele Fitto) mettono in discussione il percorso annunciato dal ministro Quagliariello, temendo una trappola da parte del Pd, e invocano un accordo complessivo per dare il via libera al processo riformatore. La mozione, si sottolinea, è un atto politico che impegna il governo, mentre l’intervento sul Porcellum è di pura pertinenza delle Camere e in quella sede potrebbe accadere che Pd e grillini si alleino per fare rivivere proprio il Mattarellum. L’esecutivo, a questo punto, si chiama fuori. Lo sostiene il ministro Gaetano Quagliariello: «Io non intendo occuparmene perché è materia parlamentare». E una conferma giunge dal segretario del Pd, Guglielmo Epifani che infatti fa notare qual è il nodo politico: «Sulla legge elettorale non c’è ancora un accordo».
Dal testo scompare anche il termine perentorio del 31 luglio entro cui mettere in sicurezza una legge elettorale in odore di incostituzionalità . La mozione impegna l’esecutivo ad avviare un processo costituente «con una procedura straordinaria rispetto a quella consueta prevista dall’articolo 138 della Costituzione», presentando a questo scopo entro il mese di giugno un disegno di legge costituzionale, e fissa anche l’orizzonte temporale di questo complesso lavoro che dovrà essere concluso entro 18 mesi dal suo inizio. Il governo avrà la possibilità di avvalersi di una commissione di esperti – non viene indicato il numero dei componenti – «per l’approfondimento delle diverse ipotesi di revisione costituzionale e dei connessi sistemi elettorali». Non solo. Il governo, infine, si impegna a sottoporre l’intero pacchetto di riforme a un referendum confermativo, anche se nel voto finale ci sia stata la maggioranza qualificata dei due terzi.
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