Per il capo della polizia è una corsa a tre

by Sergio Segio | 4 Maggio 2013 6:39

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ROMA — È la partita più delicata, infatti non si è ancora chiusa. Riguarda la sicurezza e dunque ogni scelta deve essere ponderata, condivisa. Soprattutto in un periodo come quello attuale, segnato da tensioni e timori. Ma l’accordo non sembra affatto raggiunto e così si continua a trattare con l’obiettivo di risolvere il problema nelle prossime ore. Il negoziato coinvolge maggioranza e opposizione, ma soprattutto le varie anime del governo guidato da Enrico Letta. In ballo ci sono due ruoli fondamentali come quello di capo della Polizia e di sottosegretario delegato ai Servizi segreti.
Il capo della Polizia
Sulla poltrona più alta del Dipartimento di pubblica sicurezza siede attualmente Alessandro Marangoni, il vicario di Antonio Manganelli che proprio il prefetto aveva indicato come suo successore. Sono in molti a ritenere che il titolare dell’Interno Angelino Alfano possa portare la sua proposta al Consiglio dei ministri già  la prossima settimana, visto che il 16 maggio si celebra la festa della Polizia. Per questo si è cominciato ad affrontare il problema, anche se viene sottolineato «che una reale valutazione non è stata ancora fatta». Marangoni doveva essere confermato già  nelle scorse settimane, ma poi si ritenne opportuno — anche seguendo le indicazioni che arrivavano dal Quirinale — affidare la decisione al nuovo esecutivo. Il momento della scelta è quindi arrivato.
Nella rosa dei candidati, oltre a Marangoni, ci sono l’attuale capo della Protezione civile Franco Gabrielli, molto gradito alla maggioranza del Partito democratico, e Alessandro Pansa che invece gode della sponsorizzazione del Pdl. Eventuali outsider non possono essere esclusi, però sembra siano sostanzialmente questi i nomi al centro della discussione: funzionari di primissimo livello, che hanno ricoperto nella loro carriera incarichi di grande prestigio. Ciò conferma come il confronto sia di natura politica e inevitabilmente si intrecci con la scelta che riguarda chi dovrà  occuparsi dell’intelligence.
Il delegato all’intelligence
Letta non ha ancora assegnato la delega, ma questo non vuole dire che abbia deciso di tenere per sé le funzioni di guida della politica della sicurezza che gli vengono attribuite dalla legge. Lo stesso Mario Monti, che essendo al vertice di un governo tecnico inizialmente aveva evitato di nominare un sottosegretario, si era poi reso conto della necessità  di poter contare su qualcuno che si occupasse a tempo pieno di questi temi. E si era affidato a Gianni De Gennaro, fino ad allora direttore del Dis, il dipartimento che coordina i servizi segreti.
Proprio De Gennaro potrebbe essere ora richiamato in servizio, anche se i due partiti che compongono il governo hanno un proprio candidato. Mentre il Pd sembra convergere su Marco Minniti, qualcuno all’interno del Pdl avrebbe ventilato il nome di Fabrizio Cicchitto, pur consapevole che difficilmente l’esponente del centrodestra potrebbe vedersi concedere la delega. Certamente si tratta di un incarico da attribuire a una persona che abbia la massima fiducia del presidente del Consiglio e sia con lui in piena sintonia. Non a caso quando a palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi ad occuparsi di 007 c’è sempre stato Gianni Letta, che del Cavaliere era certamente un fedelissimo. E dunque questo non fa escludere che anche Enrico Letta possa scegliere alla fine una persona diversa da quelle che appaiono maggiormente sponsorizzate a livello politico.
Il presidente del Copasir
L’altra questione tuttora aperta, che però non coinvolge il governo ma il Parlamento, è quella sul presidente del Copasir, il comitato di controllo dei servizi segreti. Si tratta infatti di una commissione che, come quella che si occupa di Rai, attiene alla vigilanza e dunque deve essere affidata all’opposizione. A prevederlo non è una norma di legge, però tale prassi finora è stata sempre rispettata.
Il Movimento 5 Stelle la rivendica sin dal primo giorno, ma sembra difficile che la scelta possa cadere su un grillino, soprattutto dopo la manifestata intenzione di rendere pubblici, attraverso la Rete, tutti i documenti riservati. Con gli inevitabili rischi e le conseguenze che questo potrebbe causare in una materia così delicata come quella della sicurezza e dell’attività  degli 007. Molto più probabile, quindi, che la scelta cada su un parlamentare di Sel e in questo caso tra i favoriti ci sono l’attuale capogruppo Gennaro Migliore e Claudio Fava.
Fiorenza Sarzanini

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