Parigi, si uccide contro le nozze gay
PARIGI — Lo storico Dominique Venner, 78 anni e cinque figli, ex paracadutista volontario in Algeria, una vita all’estrema destra, ieri mattina ha scritto un ultimo testo per il suo blog in cui accomunava la lotta contro l’«infame legge Taubira» sulle nozze gay alla battaglia contro l’immigrazione musulmana, e invocava «gesti nuovi, spettacolari e simbolici». Poi ha pranzato con alcuni amici, tra i quali il compagno di lotta politica Bernard Lugan, al quale ha affidato una lettera. Intorno alle 16 Venner è entrato nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, ha raggiunto l’altare, si è messo in bocca la pistola belga a un solo colpo che faceva parte della sua collezione e ha fatto fuoco, davanti a circa 1.500 persone.
Poco dopo su Radio Courtoisie, l’emittente parigina vicina al Front National, l’amico Lugan ha letto la lettera del suicida: «Sento il dovere di agire finché ne ho ancora la forza. Credo necessario sacrificarmi per rompere il letargo. Scelgo un luogo altamente simbolico che rispetto e che ammiro. Il mio gesto incarna un’etica della volontà . Mi dò la morte per risvegliare le coscienze assopite. Mentre difendo l’identità di tutti i popoli a casa loro, insorgo contro il crimine che punta alla sostituzione delle nostre popolazioni».
Il gesto estremo e blasfemo di Venner, che ha scelto di togliersi la vita davanti all’altare, assomiglia a quelli degli scrittori suoi eroi, come Henry de Montherlant, Pierre Drieu la Rochelle e soprattutto Yukio Mishima, del quale parla a lungo in una delle sue ultime opere, «Lo choc della storia»: «Il suicidio di Mishima fu una protesta contro l’indegnità nella quale era sprofondato il suo Paese», scriveva Venner, ugualmente indignato per lo stato della Francia.
Sabato il presidente della Repubblica Franà§ois Hollande ha promulgato la legge sul «mariage pour tous» che garantisce anche agli omosessuali il diritto di sposarsi e la possibilità di adottare, e il 29 maggio a Montpellier è previsto il primo matrimonio di una coppia dello stesso sesso: il sindaco Hélène Mandroux dichiarerà sposi Vincent Autin, 40 anni, impiegato dell’ufficio del Turismo, e Bruno, trentenne. Ma prima, il 26 maggio, è prevista una nuova importante manifestazione del movimento che si oppone alle nozze degli omosessuali, e che nelle ultime settimane è stato infiltrato dagli estremisti e dai violenti.
A loro è rivolto l’ultimo testo di Dominique Venner, intitolato «La manifestazione del 26 maggio e Heidegger». «I manifestanti del 26 maggio avranno ragione di gridare la loro impazienza e la loro collera. Una legge infame, una volta votata, può sempre essere abrogata», scrive Venner, che poi collega la mobilitazione anti-gay a quella contro l’immigrazione: «I manifestanti del 26 maggio non possono ignorare questa realtà . La loro lotta non può limitarsi al rifiuto del matrimonio gay». Heidegger viene evocato perché «come l’ha genialmente formulato nell’opera Essere e Tempo, è qui e ora che si gioca il nostro destino, fino all’ultimo istante. E questo ultimo istante ha altrettanto importanza che tutto il resto della vita».
Marine Le Pen, rimasta ai margini delle proteste contro il matrimonio gay, ha deciso ieri di sfruttare l’emozione che sta facendo di Dominique Venner il nuovo eroe degli estremisti e radicali di destra. Ambienti dai quali la leader del Front National tempo fa ha voluto prendere le distanze, ma che «MLP» è tornata ieri ad assecondare con queste parole: «Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner il cui ultimo gesto, eminentemente politico, sarà stato il tentare di risvegliare il popolo di Francia». Anni di ripulitura dell’immagine, rinnegati con un’ode al Mishima di Notre-Dame.
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