Offese a Napolitano, ventidue indagati
ROMA — Vito Crimi non fa giri di parole. «L’indagine della procura di Nocera è un atto intimidatorio contro di noi, né più né meno. Mi aspetto che il capo dello Stato faccia qualcosa ». Ventidue persone sono state indagate per vilipendio del presidente della Repubblica dopo aver scritto alcuni commenti ingiuriosi sul blog di Beppe Grillo. I fatti risalgono a un anno fa, quando Giorgio Napolitano aveva detto «non vedo nessun boom» a chi gli chiedeva del risultato sorprendente del Movimento 5 stelle a Parma. Sul blog era apparso un post dal titolo «Boom boom Napolitano », «là dove non hanno osato i Gasparri e i La Russa — scriveva Grillo — ha volato (basso) il presidenta della Repubblica». Giù i commenti, con frasi come questa: «Il caro comunista Giorgino non vede il boom, ha gli occhi pieni di cataratta, tipica malattia dei vecchiardi, ultimamente il suo volto ha il colorito notevolmente sbiancato, tipico di chi sta per attraversare la porta dello spavento supremo, vai a morire da un’altra parte, è giunta la tua ora».
I pm hanno ottenuto l’autorizzazione a procedere dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, competente nei casi di offese rivolte al capo dello Stato. Martedì — ha raccontato lo stesso Grillo durante un comizio in Puglia — la polizia è stata negli uffici di Milano della Casaleggio Associati: «Chiedevano dove sono i server, ma noi non lo sappiamo nemmeno!». Per questo, ieri, il capo politico del Movimento ha scritto un post molto duro. E lo ha chiuso ai commenti «per evitare denunce a chicchessia». «In futuro — è l’allarme lanciato da Grillo — questa potrebbe diventare
la regola per tutta la Rete in Italia». Parla di un reato che «richiama l’assolutismo monarchico e la figura di Luigi XIV», che «deriva dal Codice Rocco del periodo fascista», quando «si tutelava dal delitto di lesa maestà la figura del re e di Mussolini». «Il confine tra critica e vilipendio (“considerare vile”) è materia più indefinibile del sesso degli angeli — scrive ancora — inoltre un cittadino non può essere più uguale degli altri di fronte alla legge». E quindi: «Invito Napolitano a chiedere l’abolizione dell’articolo 278 sconosciuto nella maggior parte delle democrazie occidentali ».
«Bisogna stare attenti a identificare i contesti», spiega il capogruppo al Senato Crimi. Su Internet non c’è la cultura di cosa si possa scrivere, di come farlo. Nelle manifestazioni ci sono spesso slogan offensivi, ma finisce lì. Allo stadio chi dice “arbitro cornuto” non viene certo indagato per diffamazione. E poi, mi hanno detto che molti dei commenti incriminati erano cose davvero blande». Per questo, i 5 stelle chiedono che intervenga lo stesso Napolitano: «Ci aspettiamo che dica qualcosa per ridimensionare questa vicenda assurda, speriamo che spieghi che il soggetto interessato non si sente affatto “vilipeso”. Altrimenti, a questo punto, qualsiasi cosa potrà dirsi vilipendio».
In un corridoio di Montecitorio, Roberto Fico parla di una «grandissima forzatura». «Non credo sia mai accaduta una cosa del genere. Per come conore
la Rete, di insulti, anche a Napolitano, ce ne sono ovunque. Ma guarda caso sono andati a prendere 22 persone che hanno scritto sul nostro blog». E Massimo Artini: «Si tratta di sfoghi che poco hanno a che fare con i comportamenti delle persone nella vita reale. Non credo si possa considerare reato un commento su un post, penso che davanti a un giudice questa cosa sarà ritenuta senza fondamento».
In serata, ad Ancona, finito il comizio di Grillo a sostegno del candidato sindaco M5S Andrea Quattrini, un gruppo di grillini litiga davanti alle telecamere di Rai, Servizio pubblico e Sky. Alcuni “dissidenti” contestano la scelta di candidare Quattrini al comune mentre il camper del leader se ne va dalla piazza. «Non avete mai convocato un’assemblea pubblica, avete candidato Quattrini in segreto, escludendo dalla mailing list tutti gli altri» attacca Stefano Stefanelli, dopo aver atteso invano di parlare con Grillo.
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Non scopriamo oggi che la politica è l’arte del possibile, non è una scienza esatta e spesso mal si sposa con l’etica.. Ma giorno dopo giorno scopriamo che l’arroganza che inietta nelle vene di chi la pratica – troppo spesso in modo indebito – è tale da riuscire ancora a stupirci.