Niente plastica, Fiat ferma tre fabbriche

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TORINO — Braccio di ferro tra la Fiat e uno dei principiali fornitori di parti in plastica per camion e auto, il gruppo Selmat che occupa un migliaio di dipendenti. Uno scontro che va avanti da molto tempo e che ieri, per la seconda volta in poche settimane, ha portato al blocco della produzione negli stabilimenti di Grugliasco (Maserati), Kragujevac (500L) e in Spagna dove si producono i camion Iveco. Con un duro comunicato, il Lingotto attacca: il blocco delle forniture del gruppo Selmat «sta creando gravissimi danni al gruppo Fiat e agli altri fornitori. Sono alcune migliaia le persone che venerdì scorso e lunedì non hanno potuto lavorare». Si tratta dunque di «una situazione di grave difficoltà  che si trascina ormai da tempo e che non può non destare preoccupazione per le prospettive dei rapporti tra Fiat e il fornitore». Prospettive difficili perché nei giorni scorsi la Fiat ha presentato un esposto alla Procura di Torino lasciando intendere di essere vittima di pressioni illecite da parte di Selmat.
Un comportamento simile a quello che si dice disposto a denunciare Enzo Maccherrone, il fornitore al centro dello scontro: «Le vittime siamo noi – afferma – perché siamo nel classico ruolo di Davide contro Golia. La Fiat ci ha ridotto le commesse del 70 per cento. Un effetto della crisi, certamente, ma anche della deliberata volontà  di portarci sull’orlo del fallimento». Perché il Lingotto avrebbe interesse a farvi fallire? «Per rilevare direttamente o far rilevare l’azienda da imprenditori amici, più malleabili nelle trattative. Me lo ha detto chiaramente un importante dirigente tempo fa: “Maccherrone stia attento. Se si comporta male, telefono alle banche e lei è fallito”». Ovviamente opposta la versione Fiat: «Abbiamo chiesto alla Selmat il rispetto degli standard di qualità  e degli accordi sui prezzi sottoscritti a suo tempo».
Se la debolezza della Selmat è quella di avere come unico committente il gruppo Fiat (oltre a parti delle auto realizza anche molti particolari in plastica per i camion), la debolezza della Fiat è di essersi legata a quell’unico fornitore. Per premere sulla Selmat, Fiat l’ha esclusa dalle gare per i particolari dei nuovi modelli. Per reagire alla strategia del Lingotto, Selmat ha acquisito i concorrenti ai quali la Fiat aveva girato le commesse, come la Top Plastic che ha le forniture per Maserati e per la 500L. Sul tavolo dello scontro c’è certamente il futuro delle migliaia di dipendenti degli stabilimenti di assemblaggio Fiat, ma anche quello del migliaio di addetti della Selmat. Sullo sfondo il rischio che si trascini l’ennesimo contenzioso giudiziario che coinvolge il Lingotto. La vicenda è infine paradigmatica delle difficoltà  che incontra l’indotto nella crisi dell’auto e delle modifiche che il terremoto del calo delle vendite sta portando ai rapporti tra fornitori e i grandi gruppi di assemblaggio finale.


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